giovedì 1 luglio 2010

Police - Zenyatta Mondatta (1980)

Checchè se ne dica, i Police erano senz'altro un entità peculiare. Viste le origini nobili (Sting dal jazz, Summers e Copeland dalla scena di Canterbury) quando i tre si misero insieme e decisero di conquistare il mondo non potevano essere banalmente pop, ma furbamente attinsero dai movimenti più in voga e li amalgamarono in una formula fresca e coinvolgente.
Zenyatta Mondatta sembra essere considerato il loro disco più debole, imputato della transizione che stavano compiendo, ma secondo me contiene alcune perle oscure al grande pubblico che meritano perlomeno una menzione. Come in tutti, qui ci sono i super-hits destinati alle super-antologie future, e non sono per niente male. Don't stand so close to me e Dododo dadada vincevano grazie ai soliti ingredienti: le ragnatele grattate di Summers, le melodie a presa immediata di Sting, e il punto di forza del gruppo secondo me ovvero il drumming inimitabile di Copeland. Il migliore però era uno che poi venne dimenticato, ovvero Bombs away, forse per via di quell'assolo arabeggiante di Summers a metà.
Nel filone speed-reggae spiccano le divertenti Driven to tears, Canary in a coalmine, Man in a suitcase. Ad interessarmi di più però sono: la jam baldanzosa ed eterea di Voices in my head, il tenebroso strumentale di Behind my camel, e l'evocativo dub dissonante di Shadows in the rain.
Comunque li si consideri, erano davvero originali.

(originalmente pubblicato il 16/02/2010)

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