Questo post è un post sperimentale, un po' tipo quei programmi trasmessi in contemporanea su Rai e Mediaset, o il discorso a reti unificate del Presidente della Repubblica - ma l'ho promesso così a lungo al mio amico Webbatici che ho "dovuto" darlo anche a lui - poi me lo pubblico anche qui... :)
Premessa:
Il titolare del blog qui, tale Webbatici, mi ha schifato per mesi i dischi dei Weimar Gesang, che gli avevo caldamente raccomandato come migliore esempio della new-wave italiana di metà anni '80.
Probabilmente a causa dell'indurimento dei muscoli uditivi ed emozionali causati dall'ascolto troppo prolungato di rock-punk coi chitarroni, il suddetto è incapace di cogliere la bellezza di tutta la produzione dei Weimar – ma voi non dategli retta, e seguitemi in questo breve viaggio tra i loro dischi. [1]
Probabilmente a causa dell'indurimento dei muscoli uditivi ed emozionali causati dall'ascolto troppo prolungato di rock-punk coi chitarroni, il suddetto è incapace di cogliere la bellezza di tutta la produzione dei Weimar – ma voi non dategli retta, e seguitemi in questo breve viaggio tra i loro dischi. [1]
Post vero e proprio:
Quindi, introduzione del gruppo: tra Treviglio, Monza e Milano abbiamo Paolo Mauri - voce e basso, Fabio Magistrali - batteria e Beppe Tonolini - chitarra (più Enrica Toninelli - tastiere sulle prime due cassette).
Rimasti in tre, si alternano tra gli strumenti sopra elencati e le tastiere "elettroniche" per i due primi dischi ("Even Stone Pales" e "The Colours of Ice"), ricorrendo spesso all'uso della drum-machine sia in studio che dal vivo.
Poi a Beppe subentra Donato Santarcangeli alla chitarra, con il quale viene registrato "No Given Path", poi sostituito da Cesare Malfatti, con il quale i Weimar cominciano a registrare un quarto lavoro su disco che non vedrà - purtroppo - mai la luce (anche se, volendo... qualcosina...)
Rimasti in tre, si alternano tra gli strumenti sopra elencati e le tastiere "elettroniche" per i due primi dischi ("Even Stone Pales" e "The Colours of Ice"), ricorrendo spesso all'uso della drum-machine sia in studio che dal vivo.
Poi a Beppe subentra Donato Santarcangeli alla chitarra, con il quale viene registrato "No Given Path", poi sostituito da Cesare Malfatti, con il quale i Weimar cominciano a registrare un quarto lavoro su disco che non vedrà - purtroppo - mai la luce (anche se, volendo... qualcosina...)
Non so che fine abbiano fatto nè Beppe nè Donato, ma Paolo e Fabio dopo i Weimar sono stati una presenza costante nelle registrazioni e nelle produzioni della musica italiana indipendente dalla fine degli anni '80 ad oggi, è quasi inutile riportare un elenco delle persone con cui hanno lavorato [2], mentre Cesare è stato, tra le altre cose, uno dei tre componenti "fissi" dei La Crus.
Questo è lo sfondo, ma la cosa importante sono i dischi: con il permesso di Paolo, qui vi potete scaricare un antologia di tutti e tre... [3]
"Even Stone Pales" è il debutto, sicuramente il meno riuscito dei tre ep, anche se "Chantal Secret" è il primo abbozzo della dark-dance che poi sarà sviluppata in "Like in a Mirror", così come “Annual Ring” è un episodio atipico, un po’ alla Cocteau Twins, ed “Held Inside” è un pezzo minore, bello ma un po' "sfocato".
Forse un po' troppo statico rispetto a "Our Silent Growth" [4], ma anche un chiaro passo avanti sulla via della personalità - la cassetta è suonata da un gruppo che ama i Cure di quegli anni, il primo disco è quello di un gruppo che cerca di camminare con le proprie gambe.
Forse un po' troppo statico rispetto a "Our Silent Growth" [4], ma anche un chiaro passo avanti sulla via della personalità - la cassetta è suonata da un gruppo che ama i Cure di quegli anni, il primo disco è quello di un gruppo che cerca di camminare con le proprie gambe.
Ma le gambe si rafforzano, "The Colours of Ice" è già un disco maturo, giocato tra i toni quasi dark di "Melt your Sight" e "Deceit", i richiami vagamente deadcandanceabili (primo disco, eh! – non il medioevaleggiare posteriore) di "One Promise Less", fino alla già ricordata dark-dance di "Like in a Mirror " - altro che i Neon di “Dark Age”...
Poi "No Given Path", che a partire dalla veste grafica (i tagli della copertina attraverso i quali si leggono i credits del disco) è un disco da magone. [5]
Parte “The Secret Us” ed è un brivido dark, gli arrangiamenti mi hanno fatto invidia per anni... - con il mio gruppetto new-wave cercavamo neanche tanto inconsciamente di imitarli, ovviamente senza riuscirci...
“Ligh-Tight Place” è un pezzo quasi rock, con la chitarra in feedback – non esattamente una cosa comune per quegli anni [6]
Un paio di minuti di synth liquidi e parte "Worn Out Prayer", il pezzo perfetto dei Weimar Gesang, dark-dance (ma non troppo dance), un timbro del synth solista che per me ha sempre avuto il colore mattone/porpora della copertina del disco, l'assolino di basso dopo il break, quando riparte il sequencer - che a me mi vengono ancora gli occhi lucidi ogni volta che lo sento.
E c’è ancora "Mother of Nothing", tempi dispari e melodia irresistibile. [7]
“Ligh-Tight Place” è un pezzo quasi rock, con la chitarra in feedback – non esattamente una cosa comune per quegli anni [6]
Un paio di minuti di synth liquidi e parte "Worn Out Prayer", il pezzo perfetto dei Weimar Gesang, dark-dance (ma non troppo dance), un timbro del synth solista che per me ha sempre avuto il colore mattone/porpora della copertina del disco, l'assolino di basso dopo il break, quando riparte il sequencer - che a me mi vengono ancora gli occhi lucidi ogni volta che lo sento.
E c’è ancora "Mother of Nothing", tempi dispari e melodia irresistibile. [7]
Poi cala il sipario, anche se sopravvive nella memoria una versione stratosferica di "Place to Be" di Nick Drake (ma dai!) che sarebbe dovuta uscire sul disco nuovo...
Note e links:
[1] Purtroppo mai ristampati su cd, sono reperibili a prezzi francamente assurdi nel mercato del vinile usato da collezione (!) - quanto sarebbe stato meglio se avessero venduto qualche milionata di copie all'epoca della pubblicazione invece :)
[2] Ad esempio, sul sito MySpace di Paolo, c'è un elenco delle persone/gruppi con cui lui ha lavorato.
[3] Il "qui" è evidentemente riferito a "Tuning Maze", il blog di Webbatici. Nello zip trovate Chantal Secret, Like in a Mirror, One Promise Less, Worn-out Prayer, Mother of Nothing e Place to Be.
[2] Ad esempio, sul sito MySpace di Paolo, c'è un elenco delle persone/gruppi con cui lui ha lavorato.
[3] Il "qui" è evidentemente riferito a "Tuning Maze", il blog di Webbatici. Nello zip trovate Chantal Secret, Like in a Mirror, One Promise Less, Worn-out Prayer, Mother of Nothing e Place to Be.
[4] La discografia completa la trovate su Discog, la cassetta "Untitled" è in realtà il primo demo, mentre "Our Silent Growth" era stata realizzata per essere venduta - tra l'altro, a differenza che su tutti i dischi, in alcuni pezzi si può sentire Fabio suonare "solo" la batteria acustica, ed era veramente bravo!
[5] Nostalgia canaglia? Ma no, dai, all'epoca mi dava le stesse sensazioni!
Mentre per i non-milanesi, dicesi "magone" quella sensazione di malinconia quasi dolorosa ma dolce, da groppo in gola…
[6] Poi va beh, di questo pezzo è possibile trovare una versione live (senza drum-machine) sulla cassetta allegata a Vm due…
[7] E il testo - che trovate anche sul già citato sito di Paolo – ve lo riporto qui:
Believe
I' ve been nowhere
in this half of half a century
I' ve been nowhere
Mother of Nothing
Mentre per i non-milanesi, dicesi "magone" quella sensazione di malinconia quasi dolorosa ma dolce, da groppo in gola…
[6] Poi va beh, di questo pezzo è possibile trovare una versione live (senza drum-machine) sulla cassetta allegata a Vm due…
[7] E il testo - che trovate anche sul già citato sito di Paolo – ve lo riporto qui:
Believe
I' ve been nowhere
in this half of half a century
I' ve been nowhere
Mother of Nothing
A me piacevano molto, al tempo acquistai con i soldini delle "mancette" The Colour Of Ice.
RispondiEliminaE' un piacere aver letto questo post, bravo e grazie.
bel post anche se preferisco i tuoi... anche musicalmente.
RispondiEliminacomunque non male questi ragazzi, diciamo c'era di meglio in italia in quegli anni.
ma c'era anche di peggio sicuramente.
Wunderbar !
RispondiEliminaBel post , mannaggia a voi , mi avete anticipato ... Complimenti !!
Insomma, non mi convincono troppo.
RispondiEliminaMusicalmente buone idee, ben suonate ma senza dire niente di nuovo rispetto al resto di quel periodo.
E' comprensibile che non abbiano lasciato tracce.