Non tanto per inventiva, ma quanto per eleganza e ottime doti di songwriting, questo quintetto inglese avrebbe meritato senz'altro una maggior visibilità e perchè no, anche successo. E pensare che questo disco uscì su major; pare che la loro breve carriera sia stata contrassegnata da litigi continui con tutte le etichette con cui ebbero a che fare, che storicamente sono mazzate assassine sulle teste delle bands. Il filone era quello in piena voga del wave-dark tastierato ed epico, e i DS erano molto bravi nell'equilibrare le varie componenti senza essere ruffiani come invece furono i Mission, nè troppo lubugri nè minimamente pacchiani.
Il cantante Rawlings modulava con le classiche inflessioni scure del genere, ma aveva un timbro abbastanza alto per distinguersi. Il tastierista Scarfe aveva la maggior visibilità ed un ottimo gusto per le tessiture, nonchè sulle parti pianistiche, elementari quanto incisive. Arie maledette fin dall'iniziale Come inside, fatalismo che si taglia col coltello. Wake up però vira verso un ballabile funk solare col chitarrista Nash in bella evidenza, con susseguente contraltare inquietante in Angel. Letteralmente incantevole la pastorale Where are you now, elegiaca orchestrazione per frase chitarristica, piano e fiati splendidamente arrangiati.
Ossessioni pulsanti in The seduction, scalini rollanti nella title-track e in The hurt. Unico neo del disco, l'inutile cover dei Rolling Stones, forse una spinta della label, chi può dirlo. Erano abbastanza vicini ai Modern English, seppur più soft. Qualche reminescenza degli ultimi Bauhaus o dei contemporanei Echo & The Bunnymen si sente, ma questi ragazzi avevano un gran bel gusto e lavoravano molto bene sulle partiture.
Il cantante Rawlings modulava con le classiche inflessioni scure del genere, ma aveva un timbro abbastanza alto per distinguersi. Il tastierista Scarfe aveva la maggior visibilità ed un ottimo gusto per le tessiture, nonchè sulle parti pianistiche, elementari quanto incisive. Arie maledette fin dall'iniziale Come inside, fatalismo che si taglia col coltello. Wake up però vira verso un ballabile funk solare col chitarrista Nash in bella evidenza, con susseguente contraltare inquietante in Angel. Letteralmente incantevole la pastorale Where are you now, elegiaca orchestrazione per frase chitarristica, piano e fiati splendidamente arrangiati.
Ossessioni pulsanti in The seduction, scalini rollanti nella title-track e in The hurt. Unico neo del disco, l'inutile cover dei Rolling Stones, forse una spinta della label, chi può dirlo. Erano abbastanza vicini ai Modern English, seppur più soft. Qualche reminescenza degli ultimi Bauhaus o dei contemporanei Echo & The Bunnymen si sente, ma questi ragazzi avevano un gran bel gusto e lavoravano molto bene sulle partiture.
In effetti era un buon disco, qualitativamente omogeneo e con una bella cover di 2000 light years from home dei Rolling. Quella branca di new wave espresse gruppi ottimi che però fecero solo un disco, vedi March Violets.
RispondiEliminaMah, secondo me quella cover non c'entra proprio niente col contesto, però o gliela impose la label oppure pensarono di andare un po' controcorrente...Non conosco i March Violets.
RispondiEliminascarica ;-) il disco credo sia introvabile. Drum machine e buoni riff, più vispi dei sisters of mercy, però. "Snake dance" per me è il loro pezzo migliore, consigliati.
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