sabato 10 luglio 2010

Cerberus Shoal - Crash my moon yacht (2000)

A metà esatta del loro decennale percorso, i CS erano in splendida forma e in piena fase di transizione e sperimentazione, definendo un sound unico e forse irripetibile.
Stilisticamente era una progressione con forme strutturali ancora abbastanza legate alla composizione tout-court, ma che incarnava sempre più elementi etnici (i componenti d'altra parte erano praticamente tutti immigrati trovatisi nello stesso posto) e svolgimenti complessi.
Crash è un disco molto rilassante, con atmosfere disincantate e poche impennate di movimento rilevante, con toni spesso solari, molto distante dalle suite oscure del magico Element.
Breathing machine possiede l'unico fraseggio di chitarra distorta su un ritmo sferragliante, salvo poi tramutarsi in un evocativissima navigazione; ritmo in levare, fiati che salgono a punteggiare, bassi profondi. Non è progressive e non è propriamente psichedelia, ma un mix affascinante ed originale. L'oziosa Elle besh è un lasciarsi andare al relax più totale, come una panoramica all'equatore. Splendida Long winded, con intro di percussioni, piatti e flautino; entrano chitarra limpida e basso leggero, e i fiati si ergono a delicati protagonisti.
Gli ultimi due brani sono gli unici cantati. Yes Sir No Sir è un meltin pot corale di magia assoluta, un ascensione verso la libertà multietnica. Chiude l'acustica Asphodel con mandolino e atmosfere vagamente balcaniche.
Globali e magnetici.

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