martedì 6 luglio 2010

Rocket from the tombs - The Day the Earth Met the Rocket from the Tombs (2002)

Troppo grezzi ed avanti anche solo per incidere un disco, troppo personali per poter durare, i RFTT erano l'anticipazione regina del post-punk, e soltanto dopo una ventina d'anni riuscirono a fregiarsi di tale titolo grazie alla pubblicazione ufficiale di questa raccolta fulminante, very very rough ma molto indicativa di ciò che avverrà in futuro, con le due filiazioni a spartirsi più o meno equamente i pezzi.
Thomas canta in metà dei pezzi con furia iconoclasta (entrava ed usciva dal gruppo costantemente), Laughner era un folle chitarrista che aveva assimilato il blues-rock ma lo portava oltre dai suoi confini senza essere tecnicamente fenomenale. Le ritmiche potevano essere anfetaminiche oppure storte ed inquiete nei pezzi più ubuiani, fra i quali si segnalano una fratturata Final solution, la già psicotica Life stinks, e una sospesa 30 seconds over Tokyo. Verranno tutte rielaborate in meglio dopo la morte di Laughner, con la line-up di Modern Dance. Sul fronte Dead Boys quasi superfluo pronunciarsi, visto che il loro inno supremo diventerà la ultra-celebrata Sonic Reducer, e qui la versione è nettamente meglio di quella che sarà, forse il pezzo punk definitivo di sempre.
Quindi si assiste ad un'unione quantomeno spiazzante, in cui le acerbità erano predominanti. Il proseguio probabilmente avrebbe fatto scintille più compiute, ma alla luce di ciò che avvenne dopo si può essere ben contenti di come sia andata. Il documento è assolutamente deflagrante e indicativo se non altro per la seminalità dei RFTT nei confronti di più o meno tutto ciò che successe nella seconda metà dei '70.

(originalmente pubblicato il 10/03/2010)

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