giovedì 1 luglio 2010

Jackie-O Motherfucker - Live in Officina 49, Cesena 12-02-2010










Per pochissimi intimi (al massimo 20 persone realmente interessate a sentirli), è stato un bel trip straniante il live dei JOMF ieri sera all'Officina. Sulla scia dell'ultimo splendido Ballad of the revolution, sicuramente uno dei 3 migliori episodi della loro sterminata discografia, ci hanno fatto salire sulla loro navicella spaziale screziata di folk e portato in altre dimensioni.










Il quartetto di Tom Greenwood si presenta sul palco intorno alle 23 ed è uno spettacolo vedere questi 4 nerds, tutti occhialuti e simpaticamente bizzarri nel look, che danno vita ad un ora e mezza di jams pigre e spaziali. Il leader canta e suona i motivi guida con la Jaguar, il chitarrista con la Gibson fa i ricami solisti, il chitarrista baffuto agisce da disturbatore galattico e al microfono manipolato. Il batterista svolazza leggero e minimale. Peccato per l'assenza della Owens, che Greenwood mi dirà essere causata dallo scarso interesse a viaggiare.










Quasi tutto il live sarà incentrato sull'ultimo disco, anche se il confine fra improvvisazione e riprese dei pezzi è stato così sottile che è stato quasi impossibile riconoscerli.
Al termine, nessun bis e stop immediato al sogno. Mi risveglio e all'uscita intrattengo una gradevolissima chiacchierata con Greenwood, un ragazzo molto simpatico e affabile, ed una loro amica francese che li segue nel tour. Si rivela molto sorpreso quando gli riferisco che ascolto la sua musica da una decina d'anni. Mi dice, in ordine casuale, che non vive di musica ma si arrangia con altri lavoretti, che il batterista è stato reclutato all'ultimo momento in quanto quello abituale era più interessato a fare snowboarding sulle montagne dell'Oregon, della difficoltà della vita negli US, della loro gioia di fare tour in Europa e degli italiani, della bellezza di queste piccole città.




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