Struggenti ed enfatici nella loro staticità, i britannici SG si sono rivelati come uno degli esempi più brillanti di slow-core bucolico alla moviola, disincantato e malinconico quanto basta per appassionare i seguaci.
Rumore dell'anima, leggevo un tempo su un giornale. Le influenze sono diluite in un songwriting senza fretta, con poche impennate (ma quella di Business is good è veramente importante nell'economia dell'albo) ed un'approccio molto passionale come di rigore. Un po' Red House Painters, un po' Low, un po' ultimi Talk Talk, Burn the furniture è un piccolo gioiello che necessita di qualche ascolto per essere pienamente apprezzato, ma entra a poco a poco dentro, fino a conquistare.
Rumore dell'anima, leggevo un tempo su un giornale. Le influenze sono diluite in un songwriting senza fretta, con poche impennate (ma quella di Business is good è veramente importante nell'economia dell'albo) ed un'approccio molto passionale come di rigore. Un po' Red House Painters, un po' Low, un po' ultimi Talk Talk, Burn the furniture è un piccolo gioiello che necessita di qualche ascolto per essere pienamente apprezzato, ma entra a poco a poco dentro, fino a conquistare.
(originalmente pubblicato il 30/04/09)
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