Una bella differenza dai Cap'n Jazz, scioltisi da un paio d'anni: la potenza eversiva e dissacrante si dissolveva, evaporava in una densa nebbia electro-folk per Kinsella che dava inizio al suo progetto più longevo, tutt'ora attivo nonostante sia praticamente personale, con chi gli capita.
Portable model of focalizzava il suo tiro con una musica altamente riflessiva, prettamente acustica ma guarnita abbondantemente da bleeps, effetti elettronici e i tipici cori stonati che tanto avevano caratterizzato i Cap'n Jazz. Soltanto che qui non è che siano tanto coerenti con l'obiettivo finale: le sonorità sono interessanti, non molto distanti da quanto stavano facendo all'epoca i rimpianti Van Pelt. Ciò che mancano sono soprattutto le canzoni, non v'è n'è nessuna particolarmente memorabile, e alla fine del disco mi trovo alquanto annoiato.
Portable model of focalizzava il suo tiro con una musica altamente riflessiva, prettamente acustica ma guarnita abbondantemente da bleeps, effetti elettronici e i tipici cori stonati che tanto avevano caratterizzato i Cap'n Jazz. Soltanto che qui non è che siano tanto coerenti con l'obiettivo finale: le sonorità sono interessanti, non molto distanti da quanto stavano facendo all'epoca i rimpianti Van Pelt. Ciò che mancano sono soprattutto le canzoni, non v'è n'è nessuna particolarmente memorabile, e alla fine del disco mi trovo alquanto annoiato.
(originalmente pubblicato il 07/03/09)
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