domenica 23 maggio 2010

David Thomas & Two Pale Boys - 18 Monkeys on a Dead Man's Chest (2004)

L'omone si agita ancora, dopo anni e anni di gloriosissima militanza. Non finisce mai di stupirmi lo spessore artistico di Thomas, e forse stupisce ancora tanta gente a parte egli stesso che non perde occasione, scorbuticissimo, di prendere a sassate gli intervistatori (credo che non sia snobismo, semplicemente la sua è una forma di arte che non gradisce venga confusa con tante altre).
18 Monkeys è disco spettrale, che si regge in piedi senza qualsiasi tipo di batteria; c'è, ogni tanto, qualche straccio di percussione nel sottofondo. Ci sono staffilate quasi come i primi caustici Pere Ubu (New Orleans Fuzz, Numbers Man, Nebraska Alcohol Abuse, Golden Surf), eseguiti sotto l'eccezionale ottica dei ragazzi pallidi, Molinè e Diagram, che si esprimono come degni contraltari del leader con chitarre, trombe, stranianti effetti elettronici e quant'altro. Per il resto ci sono ballads inquietanti che incutono quasi timore, ma che mostrano anche l'abilità melodica di Thomas immersa in mondi misteriosi (Little Sister, Sadewied Lowlands su tutte), in cui flussi circolar-minimali completano il quadro in maniera, come da copione, assolutamente originale. Come ci si aspetta esattamente dall'omone.

(originalmente pubblicato il 03/04/09)

Nessun commento:

Posta un commento