E' pressochè impossibile star dietro ai JOM, credo di aver ascoltato gran parte della loro discografia ma senza ottenere un senso logico. Un gruppo fondamentalmente impro, del quale ammiro la capacità di sapersi reinventare praticamente ogni volta, all'insegna del comune denominatore della follia, dello smantellamento dei generi tradizionali seppur appartenendone indelebilmente.
Una proposta comunque molto ostica, col grande capo Greenwood alla guida perenne (in stato non lucido) e una rotazione di gente incalcolabile. Il chitarrista dà il la con flebili scosse post-blues, arpeggi di una pigrizia notevole, micro-distorsioni folk, su questo Liberation, una tappa in cui le precedenti ascendenze jazz vengono totalmente accantonate in favore di un sound che può ricordare, in certi momenti, i Grateful Dead di Aoxomoxoa o i Pink Floyd di Zabriskie Point, con le dovute molle ovviamente. I contesti sono slabbrati, totalmente confusi e annebbiati, con violino e sax a mischiare ancor più le carte, qualche vibrafono cosmico a sagomare il sottofondo.
Ma nel marasma generale i JOM si degnano di infilare, proprio nel mezzo, quasi a fare un favore all'ascoltatore, un pezzo composto: Something in your mind, a parte il cantato improponibilmente stonato, è squisita ballata da far invidia a Will Oldham.
(originalmente pubblicato il 06/03/09)
Una proposta comunque molto ostica, col grande capo Greenwood alla guida perenne (in stato non lucido) e una rotazione di gente incalcolabile. Il chitarrista dà il la con flebili scosse post-blues, arpeggi di una pigrizia notevole, micro-distorsioni folk, su questo Liberation, una tappa in cui le precedenti ascendenze jazz vengono totalmente accantonate in favore di un sound che può ricordare, in certi momenti, i Grateful Dead di Aoxomoxoa o i Pink Floyd di Zabriskie Point, con le dovute molle ovviamente. I contesti sono slabbrati, totalmente confusi e annebbiati, con violino e sax a mischiare ancor più le carte, qualche vibrafono cosmico a sagomare il sottofondo.
Ma nel marasma generale i JOM si degnano di infilare, proprio nel mezzo, quasi a fare un favore all'ascoltatore, un pezzo composto: Something in your mind, a parte il cantato improponibilmente stonato, è squisita ballata da far invidia a Will Oldham.
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