Nell'anno in cui Page & Plant si riunivano senza neanche averlo contattato, JPJ sposava la causa Galas e provava l'esperimento. Sarebbe rimasto isolato, ma si sa che dei LZ lui era quello con le orecchie più aperte e disposto a cercare nuove strade espressive. Per conto, la demoniaca vocalist greco-americana, degna erede di Stratos, aveva già una consolidatissima carriera alle spalle fatta di avanguardia vocale. E cosa ne venne fuori da The sporting life?
Più che lecito, un incrocio fra le due esperienze. JPJ forniva produzione, basso e tastiere, la Galas il suo salmodiare tormentato e cavernoso, completati dal sessionman Thomas alla batteria.
Nulla di innovativo, per dir la verità. I pezzi migliori sono all''inizio e alla fine; Skotoseme è introdotto da un cupissimo incedere che sfocia in un mid-tempo avvincente e movimentato. Hex è un minimale movimento orientaleggiante caleidoscopico. Nel mezzo non è che succeda più di tanto: il motivo poliziesco di Do you take this man, il soul incendiario di You're mine, l'ambient di Last man down squarciata dalle urla assatanate. Che poi alla fine sono lo snodo centrale di tutto il disco, che possono essere molto interessanti o molto disturbanti a seconda dei punti di vista (per me è la prima). Peccato per quei blues ultra-stereotipati che riempiono la fase centrale; per la Galas possono essere anche stati divertenti per provare qualcosa di convenzionale per la prima volta nella vita, ma si ha l'impressione che il leggendario bassista li abbia eseguiti un po' svogliatamente.....
Più che lecito, un incrocio fra le due esperienze. JPJ forniva produzione, basso e tastiere, la Galas il suo salmodiare tormentato e cavernoso, completati dal sessionman Thomas alla batteria.
Nulla di innovativo, per dir la verità. I pezzi migliori sono all''inizio e alla fine; Skotoseme è introdotto da un cupissimo incedere che sfocia in un mid-tempo avvincente e movimentato. Hex è un minimale movimento orientaleggiante caleidoscopico. Nel mezzo non è che succeda più di tanto: il motivo poliziesco di Do you take this man, il soul incendiario di You're mine, l'ambient di Last man down squarciata dalle urla assatanate. Che poi alla fine sono lo snodo centrale di tutto il disco, che possono essere molto interessanti o molto disturbanti a seconda dei punti di vista (per me è la prima). Peccato per quei blues ultra-stereotipati che riempiono la fase centrale; per la Galas possono essere anche stati divertenti per provare qualcosa di convenzionale per la prima volta nella vita, ma si ha l'impressione che il leggendario bassista li abbia eseguiti un po' svogliatamente.....
(originalmente pubblicato il 13/03/09)
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