Più che un disco, una inusitata colonna sonora di evanescenza ambientale.
Ma non è un ambient canonica o quanto si potrebbe pensare; ciò che elaborano i Kopernik nel loro esordio non è neanche musica da camera, nonostante lo strumento principale sia il violoncello.
E' una mistura di tutto questo, nel quale si possono scovare ascoltando molto bene certi ricordi di corrieri tedeschi: l'algido pulviscolo atmosferico emanato dal duo è un flusso continuo senza percussioni, immerso in una cortina di sensazioni indefinibili, che non è nè malinconico nè enfatico, nè allegro nè pomposo.
Un ascolto impegnativo quanto affascinante.
Ma non è un ambient canonica o quanto si potrebbe pensare; ciò che elaborano i Kopernik nel loro esordio non è neanche musica da camera, nonostante lo strumento principale sia il violoncello.
E' una mistura di tutto questo, nel quale si possono scovare ascoltando molto bene certi ricordi di corrieri tedeschi: l'algido pulviscolo atmosferico emanato dal duo è un flusso continuo senza percussioni, immerso in una cortina di sensazioni indefinibili, che non è nè malinconico nè enfatico, nè allegro nè pomposo.
Un ascolto impegnativo quanto affascinante.
(originalmente pubblicato il 11/03/09)
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