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Semmai la cosa che salta all'occhio, oltre agli interventi della Draisey, è una maggior cura e pulizia del suono. Cosa che secondo me non è che li abbia avvantaggiati tanto, a fronte del fatto che non trovo pezzi killer come House on Fire in The violet hour. Ciò non significa che GS sia un'altra splendida esposizione di vignette vintagiste, di melodie solari e rilassate, di songs semplicemente perfette. Le sinfonie di Dreams for living, Isn't life strange, From Brighton beach, le frizzanti accelerazioni di Winter on Victoria Street, Somebody changed, Bookshops Casanova, le sensuali e lussureggianti The queen of Seville, These days, non c'è un pezzo brutto o fuori luogo. Il tutto ovviamente con la somma benedizione, dall'alto, di San Arthur "Love" Lee.
(originalmente pubblicato il 31/03/09)
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