Non ho mai compreso fino in fondo il celebre Paisley Underground, ma è colpa mia che non ne so cogliere i lati più positivi. La Smith ne è stata una delle prime-movers, fondatrice dei Dream Syndicate, poi parte attiva degli Opal, infine in proprio con questo debutto.
Fin troppo edulcorato, secondo me, improntato su un pop agreste, un po' sonnolento e privo di qualsiasi impennata che faccia alzare l'encefalogramma. Alcune melodie sono abbastanza belle e azzeccate, peccato che la Smith non sia dotata di una voce memorabile, scadendo spesso nel banale (davvero evitabile la cover di She brings the rain). Al punto che forse i momenti più interessanti del disco sono gli interludi strumentali, a base di una psichedelia speziata di sperimentazione, peraltro piuttosto brevi.
I Mazzy Star hanno fatto molto ma molto meglio.
(originalmente pubblicato il 21/05/09)
Fin troppo edulcorato, secondo me, improntato su un pop agreste, un po' sonnolento e privo di qualsiasi impennata che faccia alzare l'encefalogramma. Alcune melodie sono abbastanza belle e azzeccate, peccato che la Smith non sia dotata di una voce memorabile, scadendo spesso nel banale (davvero evitabile la cover di She brings the rain). Al punto che forse i momenti più interessanti del disco sono gli interludi strumentali, a base di una psichedelia speziata di sperimentazione, peraltro piuttosto brevi.
I Mazzy Star hanno fatto molto ma molto meglio.
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