martedì 18 maggio 2010

Balletto di Bronzo - Ys (1972)

Per me la medaglia d'argento del prog italiano, dietro i Metamorfosi, Ys fu una congiunzione astrale clamorosa. Curiosa la storia dei napoletani, partiti dal beat ed approdati a poco a poco ad una forma letteralmente apocalittica di horror-prog che spezza in due Goblin e compagnia bella. Leone entrò in un gruppo confuso e ne prese la guida decisa ed estrosa, portandoli ad un tour de force granitico ed affascinante. Immancabilmente concettuale, Ys è anche un epico showcase delle doti tecniche ed effettistiche di tutti e 4 i componenti. Se il lavoro impressionante di Leone può splendere di luce propria per tutta la durata, è merito della sezione ritmica che lavora ai fianchi come nel miglior jazz-rock (fantastici i suoni della batteria elastica di Stinga), e di un chitarrista spigoloso e ipercinetico, Ajello, che per diversi minuti viene anche emarginato dalle performance ma quando entra sconvolge tutto, con le sue distorsioni maniacali e schizoidi.
Impossibile descrivere il flusso senza soste che permea i 45 minuti di quest'opera monumentale, in cui sono stati fatte tante critiche per la voce di Leone, per la sua insistenza sulle note alte e per il tono un po' discutibile. Critiche che secondo me sono sempre state da far scivolare dietro le spalle, dettaglio minimo che non mette per nulla in discussione il discorso.
Inevitabile fu lo scioglimento a causa "mancanza di successo", un vero killer del periodo. Inutile la bonus track del singolo fatto uscire l'anno dopo per obblighi contrattuali. Imparagonabile la versione attuale del BDB, con Leone ancora molto in forma ma con suoni ultra-moderni che non hanno nulla a che fare con l'originale (non c'è neanche la chitarra).

(originalmente pubblicato il 17/03/09)

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