Più o meno nel mezzo del cammin della loro vita, gli OT rilasciarono questo disco la cui edizione in vinile aveva una cover composta di carta riciclata impastata con canapa. Come ebbero a dire in un intervista, uno se la poteva anche fumare....Al di là del loro spirito espressamente hippy, il quintetto di Somerset è sempre stato un caso atipico nel panorama freak inglese, spesso pieno zeppo di revivalisti sterili ed eccessivamente approssimativi (ci si fumava altro che i dischi), inscenando una carriera ormai 25ennale fatta di musica esclusivamente strumentale, con un livello tecnico ben superiore alla norma. Quasi una new-age da palco di Stonehenge, priva di narcosi e frizzante nel suo incedere rockeggiante, seppur enormemente ripetitiva (i dischi degli ultimi 10 anni sono quasi imbarazzanti). Jurassic Shift è probabilmente il loro miglior episodio, lo si potrebbe definire un compendio di psichedelia da salotto, con ottimi spunti dub, ambient, indianeggianti, oppure una versione auto-compiacente senza voce dei Porcupine Tree.
Un grosso limite all'ecletticità di questi abili strumentisti poteva essere l'eccessivo formalismo degli schemi, cosa che veniva parzialmente risolta nei momenti più interessanti come il dub caracollante di Feng Shui che nel finale esplode con una accelerazione quasi metal, o la splendida title-track, suite poliedrica che mette in mostra le doti del leader chitarrista Wynne.
Comunque, un sottofondo coinvolgente nella sua pulizia degli arrangiamenti.
(originalmente pubblicato il 28/04/09)
Un grosso limite all'ecletticità di questi abili strumentisti poteva essere l'eccessivo formalismo degli schemi, cosa che veniva parzialmente risolta nei momenti più interessanti come il dub caracollante di Feng Shui che nel finale esplode con una accelerazione quasi metal, o la splendida title-track, suite poliedrica che mette in mostra le doti del leader chitarrista Wynne.
Comunque, un sottofondo coinvolgente nella sua pulizia degli arrangiamenti.
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