martedì 25 maggio 2010

Goo Goo Dolls - Dizzy Up the Girl (1998)

(by Davide Cicciopettola)
Dizzy Up the Girl esce nel 1998 e lancia i Goo Goo Dolls al successo quando già è passato più d’un decennio dall’omonimo album d’esordio; in mezzo l’ottimo Hold Me Up uscito nel ’91 nel pieno del fervore dell’era grunge (è l’anno di rilascio di Ten e Nevermind, giusto per dire), ed in cui era ancora viva l’istanza punk-rock degli inizi, semmai meno acerba ma altresì anche assai più ovvia, pur non mancando in quel lavoro qualche brano già più personale (mi ricordo "You Know What I Mean"), e trattandosi di un disco con qualche passaggio strumentale persino divertente. Mentre la prolifica produzione musicale proveniente da Seattle sarà destinata a sconvolgere almeno un decennio di scena rock americana, nemmeno sempre a buon esito finale nelle sue derive più “post”, i nostri tre provenienti da Buffalo, animati dalla vena cantautorale di Johnny Rzeznik e comprendendo di non sapere far altro di meglio che suonare rock alternativo decidono di andare in controtendenza, ed allora decidono di uscire con quest’album, anche sfruttando l’occasione d’essere trascinati dal singolone “Iris” inserito nella colonna sonora de “La città degli angeli”, celebre film con Meg Ryan e Nicolas Cage.
Il successo è internazionale e per i Goo Goo sarà, in effetti, l’inizio della fine, con il passaggio definitivo al mainstream (i dischi successivi usciranno per la Warner), ed i più –critici- vedono proprio in Dizzy Up the Girl più che la causa già il primo allucinante istante dell’effetto demolitivo. Io invece vado in controtendenza e dico che il disco non solo mi è piaciuto ma l'ho trovato pure bello: qui i GGD fanno semplicemente quello che gli verrebbe chiesto di fare ed in cui meglio riescono, cioè un rock alternativo compresso da voglie di comunicatività assai spinta in chiave pop, con derive punk ricordo di gioventù ed istanze di natura folk, quale giusto tributo alle proprie origini ed a quelle propriamente southern dei propri avi.
Il risultato complessivo è un roots-rock ad alto tasso di godibilità, praticamente un disco di "tutti singoloni", quasi impossibile riportare i nomi dei brani migliori perché bisognerebbe elencarne moltissimi, assai ben resi dalla voce di Rzeznik qui davvero in forma smagliante e da una sezione ritmica che non rinnega le proprie radici punk e trasmette scoppiettanti pulsazioni al fulmicotone anche nella ballata folk più dolce. In certi passaggi siamo al limite con un AOR brillante, ma è solo la presenza di linee melodiche trascinanti contemporanea ad un ottimo livello d’esecuzione che può lasciarlo intravedere. Su tutto regna, invece, e mi ripeto, una sincera voglia tutta americana di raccontare suonando.
E direi che tanto basta.

(originalmente pubblicato il 20/04/09)

2 commenti:

  1. mi sembrava strano l'avessi scritto tu infatti. non credo ci azzecchi molto nel tuo blog neanche con l'etichetta indie-rock.
    complimenti veramente per questo blog e per i dischi di cui parli ottimamente.

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  2. Ciao Anonimo,
    questo pezzo è stato scritto dal carissimo amico Cicciopettola (a proposito, Davide, dove sei finito???), ma ti garantisco che non ho nessuna preclusione preventiva nei confronti di nessun artista, anche se alla fine è chiaro che le mie preferenze vanno nei confronti di certe "nicchie".
    Grazie!

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