domenica 23 maggio 2010

Dead Elephant - Lowest shared descent (2008)

Ricordo che negli anni d'oro del noise, c'erano un manipolo di ragazzi che guardavano verso New York con invidia e meditavano "come sarebbe se fossimo là?". Parlo di Crunch, Jinx e pochi altri. Ebbene, a oltre 10 anni di distanza, alla mela ci siamo arrivati (metaforicamente parlando) partendo da Cuneo . Siamo un po' in ritardo ma va benissimo così, per carità; se il noise-rock oggi non è ancora morto, è anche merito degli attuali campioni del mondo, i Pissed Jeans, nonchè di realtà fresche e coinvolgenti come questi DE. Che ovviamente riprendono quei suoni metropolitani, ma li rielaborano con una sapienza aggiornata ai giorni nostri. Panzer cingolati con voce filtrata (vedi Unsane), chitarre sporche e ritmi vertiginosi (Another fuckin' word), qualche sapiente rallentamento, passaggi devianti col sax (Post cricifixation), qualche deriva alla Neurosis (The worst and the best). Ma ciò che risulta più interessante è la fase centrale del disco; la suite (?) Black coffee breakfast parte con ritmo dispari e schema rollante alla Touch & Go, dopo quasi 7 minuti il pezzo sembra finire ma subentra senza preavviso una digressione cosmica, quasi dark-ambient che stempera sapientemente il blocco di granito precedente. Quando riparte il ritmo il motivo non è più lo stesso, ma uno space-noise da brividi. Ancora ambient-industrial orrorifica per Abyss Heart, manco fossero i primi Current 93. E Clopixol col suo lento incedere, è uno strumentale atmosferico che suona come un incrocio fra Melvins e Codeine.
A modo suo, un disco che non inventa nulla ma è fatto splendidamente.

(originalmente pubblicato il 04/04/09)

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