Grazie al provvido servizio su un Blow Up recente sono venuto a conoscenza di questo incredibile gruppo giapponese che supera il quarto di secolo d'attività, essendo le prime pubblicazioni risalenti al 1983. Paradossalmente il fatto di incidere da sempre su major in patria ha precluso agli Aburadako qualsiasi possibilità di sfondare fuori dal Sol Levante, e pensare che dei proseliti il quartetto da sempre guidato dal vocalist Hasegawa e dal bassista Komachi ne avrebbe fatti non pochi. La formula da essi proposta si potrebbe quasi definire una sorta di math-jazz-punk pirotecnico e mai banale, avendo ben estremizzato le sacre ispirazioni di Captain Beefheart e Red Krayola attraverso la lente del punk da cui nacquero nei primi '80.
Dal capitano V.V. Hasegawa eredita la propensione alla scrittura contorta ed arzigogolata pur non suonando alcun strumento e una vocalità tutt'altro che ortodossa. Il suo urlo psicotico e atonale è alquanto deviante, mutuato dall'hardcore ma virato in una direttiva del tutto personale. Dietro di lui i tre ineccepibili strumentisti si inerpicano in scale banzai impossibili, controtempi vorticosi e contrappunti spigolosi, robe da far impallidire d'invidia i Minutemen e i No Means No.
Tutti i loro dischi sono omonimi, si identificano per l'anno e per la cover. Questo del 1989 è abbastanza rappresentativo di una carriera mostruosa, forse è il più accessibile per via di alcuni break letteralmente irresistibili (Hikyou Nite su tutti), ma tutti i loro dischi (non ne hanno fatti tanti, solo una decina in 25 anni) sono altamente consigliati e di altissimo livello.
Autentici samurai iperbolici.
Dal capitano V.V. Hasegawa eredita la propensione alla scrittura contorta ed arzigogolata pur non suonando alcun strumento e una vocalità tutt'altro che ortodossa. Il suo urlo psicotico e atonale è alquanto deviante, mutuato dall'hardcore ma virato in una direttiva del tutto personale. Dietro di lui i tre ineccepibili strumentisti si inerpicano in scale banzai impossibili, controtempi vorticosi e contrappunti spigolosi, robe da far impallidire d'invidia i Minutemen e i No Means No.
Tutti i loro dischi sono omonimi, si identificano per l'anno e per la cover. Questo del 1989 è abbastanza rappresentativo di una carriera mostruosa, forse è il più accessibile per via di alcuni break letteralmente irresistibili (Hikyou Nite su tutti), ma tutti i loro dischi (non ne hanno fatti tanti, solo una decina in 25 anni) sono altamente consigliati e di altissimo livello.
Autentici samurai iperbolici.
Altro Nipponoise , virato punk , sono /erano dei grandi !!!
RispondiEliminaB a n z a i !!!
attendo fiducioso post riguardanti :
MSBR - VIOLENT ONSEN GEISHA - HANATARASH - BOREDOMS - INCAPACITANTS - HIJOKAIDAN ed il grandissimo MASONNA !!!
No MERZBOW please (...troppo ed ingiustamente celebrato pour moi...)
DOMO ARIGATO Mr. Webbatici
Bè, questo non è per nulla noise...Sono tutt'ora in attività, e non hanno mai sbagliato un disco a mio parere. Sul NippoNoise vero e proprio non sono ferrato, ho ascoltato solo Gerogerigegege, sugli altri buio totale...
RispondiEliminachi indo vina chi sono vince un panino col prosciutto coto
RispondiEliminachindovina perche mi ciamo così vince un cd verbatim un po’ rotto mi e apena cascato
indizzio per il primo cuesito:
ho comeso un erore fatale in un oblog giovedi 22
indizzii pe il secondo:
sir vano e Michele Campovecchio
mentre con fish non ho problemi, con questo scarico ma non accetta la solita pw
RispondiEliminaDigitala in MAIUSCOLO....ogni tanto capita
RispondiElimina:-)
GRAZIE
RispondiEliminascusami sai... però invece che Aburadako si scaricano gli AC/DC...
RispondiEliminaAh bè, praticamente la stessa cosa.
RispondiEliminaProva adesso, ce la possiamo fare...
ok, ce l'abbiamo fatta
RispondiEliminaAdesso goditi il discone
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