domenica 2 maggio 2010

Barzin - Live in Pisa, Caracol 30-04
















Per il secondo anno consecutivo il sublime cantautore canadese di origini iraniane sbarca nello stivale ed evita accuratamente la mia regione. Così, approfittando di una opportuna coincidenza, venerdì sera mi sono recato a vederlo a Pisa nel piccolissimo circolo arci Caracol, dove di fronte ad una trentina di persone ha eseguito un delizioso set di circa 80 minuti.
Trovo Barzin un sopraffino songwriter che scrive belle canzoni come il primo Kozelek, con la sostanziale differenza che ne incarna il lato solare e sereno, mantenendo del californiano l'elegia della lentezza. La sua voce nuda, priva degli effetti riverberati a cui spesso ricorre in studio, fa un figurone, dal timbro lievemente tremolante ma sicuro e caldo.
Sale sul palco accompagnato da un trio discreto, in cui spicca un bravissimo rosso barbuto che si cimenta al vibrafono, alla fisarmonica, alla pianola addetta ai toni bassi e alla voce di supporto. Il chitarrista (anch'egli ai cori) e il batterista forniscono un perfetto tappeto intimista. Ciò che colpisce di Barzin è l'estrema timidezza e candore: canta sempre con gli occhi chiusi e solo dopo un po', scioltosi dai lunghi applausi che gli rivolgevamo, ha iniziato ad esprimere gratitudine e scherzare un po', pungolato da alcune battute. Riferisce che il pubblico italiano è decisamente il suo favorito, simpatico e genuinamente interessato alla sua musica. Ma fa comunque effetto il suo modo di ridere, pudico ed estremamente educato.









Il set attinge dall'arco dei tre dischi in maniera più o meno equilibrata, (Nobody Told me, Queen Jane, Past all concerns, Let's go driving, Take this blue, Won't you come, Pale blue eyes) ma come egli stesso annuncia in questo tour stanno provando un bel po' di pezzi nuovi.
Ed immancabilmente sono in impeccabile Barzin-style, in una parola, bellissimi. Si schernisce, però, quando in occasione del bis un paio di presenti gli chiedono dei pezzi espliciti, giustificandosi dispiaciuto del fatto che non li ha mai eseguiti dal vivo. I mean, it's for respect...
Finito il live, come mio solito mi diletto a scambiare due battute. Non è di tante parole, si conferma timido anche nel dialogo. Mi dice che fare il musicista professionista per lui è parecchio dura, gli auguro buona fortuna.
Barzin merita decisamente una audience molto più ampia di quella limitatissima che ha attualmente. Qui sotto, due video: la splendida versione di Let's go driving, con un inevitabile diversità di arrangiamento, ed un frizzante inedito.


2 commenti:

  1. ho sentito oggi il primo disco omonimo, mah... mi aspettavo di meglio, sinceramente.
    Bello e tutto, ma un po' scontato. E poi "Past All Concerns" non faceva prima a fare una cover di "Fade into you" che a riscriverla cambiando le parole? :)
    Domani provo il disco seguente, vediamo se migliora...

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