martedì 4 maggio 2010

Big Black - Rarities (Bootleg edition)

Una valente raccolta di pezzi sparsi nel lustro di attività del Grande Nero fra compilations, 7 pollici, flexies ed eventuali. Albini, che reputo uno degli artisti più schietti, sinceri, onesti ed incorruttibili della storia del mondo, ha sempre dichiarato nelle interviste che l'influenza principale per i BB erano fondamentalmente i Chrome, i Killing Joke ed il punk. Nulla di più vero, ma i tre aggiunsero anche del loro: lo spaccato socio-politico decantanto da chi realmente sentiva il male di vivere di uno stato americano isolato e montano, un impianto sonoro violento e malsano che contrapponeva chitarre e bassi sfigurati al battito crudo e quasi primordiale di una Roland. Si potrebbe anche dire che artisticamente i migliori risultati Albini li ha raggiunti dopo, ma la statura iconica dei BB rimane indiscussa. Il dramma potente de Il Duce è quasi un prototipo manifesto, con i riff in staccato, il basso metallico, la carta-vetro di Albini. Lo schema non si sarebbe potuto moltiplicare all'infinito, ma gli esempi sono validissimi: le risate sardoniche di Rema Rema, il meccanico riffage a la Chrome di He's a Whore, il rovinoso doom-noise di The crack up. E viene posto a mo' di bonus il demo del 1982, le prime registrazioni fatte in casa dal solo Albini; Jump the climb vede un autore già maturo nel progettare cataclismi sonori angosciosi oltre misura, Unknown è un plumbeo dark alla Pil, Live in a hole meccanismo industriale come i Kraftwerk fatti di anfetamina, Rip come i Joy Division rinchiusi in un centro di igiene mentale.

(originalmente pubblicato il 28/09/08)

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