mercoledì 5 maggio 2010

Devendra Banhart - Rejoicing in the hands (2004)

Me lo immagino, questo freak texano, da adolescente; doveva essere uno di quei ragazzi che esercitavano la propria tecnica chitarristica su modelli tipo Giochi Proibiti. Crescendo, poi, ha sviluppato un vibrato nasale particolarissimo e una spiccata attitudine agli stornelli folk, diventanto così un moderno menestrello del tutto fuori dal tempo per i nostri anni, eppure proprio per questo divertente e rilassante all'ascolto. Negli ultimi 2 dischi si è circondato di un gruppo e ha fatto cose molto buone, questo Riih è forse il termine di un percorso interamente acustico con il quale era partito. Il suo folk è molto influenzato dall'infanzia venezuelana, tant'è che un paio di pezzi sono anche in lingua. Ballads sottilmente nervose e trasognate come The body breaks, Poughspeekie, See Saw, Tit Smoking, There was sun, Insect eyes, vedono all'opera un eccellente chitarrista in grado di dare anima e corpo contemporaneamente. In Fall si degna anche di coinvolgere una sezione ritmica, anticipando i suoni pieni dei dischi futuri. Il risultato è molto coinvolgente. Infine, a sigillare, Autumn child con i suoi 3 accordi di piano, un soffio d'emozione pura e magica.

(originalmente pubblicato il 06/11/08)

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