Il giusto riconoscimento ad Alessandro, amico e stretto collaboratore di TM, inquadrato nel secondo disco del gruppo con il quale è arrivato ad un passo dalla nazionalità underground. Il suo percorso nella Milano alternativa era partito nei primi anni '80 come bassista wave-dark in una sala prove condivisa con degli Afterhours ancora in fasce, o nella sala prove di Joe, futuro La Crus. Verso la fine degli anni '80 passa alla chitarra e abbraccia la causa Mother of Loose, un quartetto indie-alternative orientato ai suoni brit-shoegazer che arrivò al capolinea a causa dell'abbandono della vocalist per motivi di lavoro. E come tiene a precisare Ale, si trattò sempre di un passatempo nonostante le grosse soddisfazioni in sede di concorsi, festival, concerti in tutto il settentrione; alla proposta di aderire al trend imperante cantando in italiano, si rifiutarono senza compromessi, perdendo così la possibilità di salire sul treno.
Questo cd, (dal titolo vagamente ciampiano, con il curioso passaggio da chitarrista a motociclista!), intanto, era un prodotto artigianale registrato in sala prove con un 8 tracce, con lo stesso Ale in cabina di regia. Il sound aveva dei riferimenti riconducibili ad Uzeda e My Bloody Valentine in primis, con 12 songs ad alta tensione emotiva. In altre sedi si potevano udire echi di Sonic Youth oppure della prima Pj Harvey, grazie anche alla ottima voce di Sara, gelida e perversa al tempo stesso. Il nostro Ale si occupava della composizione e di una chitarra graffiante e compatta, perfettamente funzionale ai pezzi, fra cui mi permetto di segnalare Angels for my eyes, l'impennata di Back in the hole, To Mother, Little Girl.
Senza compromessi, senza rimpianti. Giusto?
(originalmente pubblicato il 08/11/08)
Questo cd, (dal titolo vagamente ciampiano, con il curioso passaggio da chitarrista a motociclista!), intanto, era un prodotto artigianale registrato in sala prove con un 8 tracce, con lo stesso Ale in cabina di regia. Il sound aveva dei riferimenti riconducibili ad Uzeda e My Bloody Valentine in primis, con 12 songs ad alta tensione emotiva. In altre sedi si potevano udire echi di Sonic Youth oppure della prima Pj Harvey, grazie anche alla ottima voce di Sara, gelida e perversa al tempo stesso. Il nostro Ale si occupava della composizione e di una chitarra graffiante e compatta, perfettamente funzionale ai pezzi, fra cui mi permetto di segnalare Angels for my eyes, l'impennata di Back in the hole, To Mother, Little Girl.
Senza compromessi, senza rimpianti. Giusto?
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