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Un bootleg pescato in mezzo alla rete, con il carismaticissimo trio durante il tour di
Terraform, replica spenta dell'epocale debutto. La fedeltà sonora non è certo soundboard source, ma sufficiente per apprezzare i secchi fendenti spigolosi propinati in questo club dal nome vagamente italico. Si parte subito con le dichiarazioni di lotta di
The watch song e le sue alterazioni noise-funk al calor bianco, per poi essere investiti dalle ondate di
The rambler song, dallo storico primo 7".
This is a picture è poco più che un intermezzo alla partenza rallentata di
A minute, che viene riproposta pressochè identica all'originale. Non operano variazioni traumatiche, ma il pubblico applaude felice e contento, lo show va avanti alla grande. La grattugia di Albini che sfianca l'inizio di
Song of the minerals è un momento di disorientamento per tutti. Intrattengono con lunghe gags e battute, quasi a sdrammatizzare la tensione opprimente delle songs; Weston sembra il più mattacchine, Albini si dimostra il salace bastardo di sempre.
Billiard player song e
Dog and pony show vengono incollate insieme, l'atmosfera è definitivamente incendiata. Inutile sottolineare l'apporto fondamentale di Trainer, vero tornado meccanico-matematico in grado di sorpassare gli altri anche in mezzo ad una sala. Le urla strozzate e il feedback lancinante di Albini straziano l'atroce
Wingwalker, efficace come l'originale. E poi
Il porno star, manifesto d'intenti rumoristici ed angolari, a segnare a sangue una scaletta che non a caso pescava dal meglio fino ad allora pubblicato. La chiusura è dedicata a 2 pezzi di
Terraform, con i 15 minuti immobili di
Did we deserve.... a sconcertare il pubblico e a lasciarlo con una buonanotte e un
we love you di osbourniana memoria...Vecchia volpe di un Albini!
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