La cosa incredibile fu che Pawn Hearts arrivò al primo posto delle classifiche di vendita nello stivale, mentre i ragazzi suonavano per due lire appena. Ma lasciamo stare gli aspetti vili della cosa e ascoltiamo questa riedizione del 2005 che affianca al masterpiece un paio di pezzi mai finiti su album (ma già precedentemente presenti su svariate raccolte) e l'abortito progetto dei 3 sfoghi personali di Jackson, Banton e Evans. Se il primo rinfresca col breve jazz-lounge scanzonato di Ponker's Theme, l'Angle of incidents dell'apocalittico batterista è un esperimento d'avanguardia percussiva, stordito e cerebrale. E l'organista si dà ad un minimalismo cosmico con Diminutions, punto d'incontro fra classica ed ambient.
I due pezzi aggiunti: Theme One, cover di una sigla della BBC, è gustosissima mini-sinfonia dinamica e ariosa. W invece è tipico spleen Hammilliano, pigro e indolente, melodico ma inquietante come da copione.
Il disco originario fu farina all'80% del sacco di Hammil, ma è il tipico caso in cui senza i gregari nulla di tutto ciò si sarebbe potuto materializzare. E non ci sono molte parole per poter descrivere la magia infinita di Lemmings, Man-Erg, A plague of lighthouse keepers, e tutto ciò che va dietro loro.
Soltanto loro poterono fare sound aggressivo senza basso nè chitarre elettriche, mantenere un'attenzione costante nell'ascoltatore ogni singolo secondo del disco, essere splendidamente melodici e terrificanti nei loro sconquassi sonici.
(originalmente pubblicato il 13/02/09)
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