I WOV sembravano quasi giocare con le loro canzoni, con quest'ibrido dagli alti rischi. Le atmosfere vagavano fra il divertito e il semi-drammatico, fra il teatrale e il cinematico. Un po' come i Devo ma in versione leggermente più seria.
Forse con una batteria umana il risultato sarebbe stato più concreto; la cosa che è forse è invecchiata peggio in Dark Continent è proprio la produzione, eccessivamente meccanizzata nel contesto generale, che peraltro conteneva una buona media di composizione.
Un buon disco, nulla di sconvolgente rispetto ad altre produzioni contemporanee.
(originalmente pubblicato il 01/12/08)
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