Wave-Western trattato e sintetizzato per i losangelini, un'idea veramente originale ai tempi d'oro dell'ondata. Un sound trattato con drum-machines, tastiere analogiche di ogni tipo, la chitarra country'n'blues elettrificata di Moreland e soprattutto la voce di Ridgway, che a sentirla mi immagino proprio lui con soprabito, cappello a falde larghe, stivali con gli speroni, a cavallo per il deserto, con un armonica in tasca.
I WOV sembravano quasi giocare con le loro canzoni, con quest'ibrido dagli alti rischi. Le atmosfere vagavano fra il divertito e il semi-drammatico, fra il teatrale e il cinematico. Un po' come i Devo ma in versione leggermente più seria.
Forse con una batteria umana il risultato sarebbe stato più concreto; la cosa che è forse è invecchiata peggio in Dark Continent è proprio la produzione, eccessivamente meccanizzata nel contesto generale, che peraltro conteneva una buona media di composizione.
Un buon disco, nulla di sconvolgente rispetto ad altre produzioni contemporanee.
I WOV sembravano quasi giocare con le loro canzoni, con quest'ibrido dagli alti rischi. Le atmosfere vagavano fra il divertito e il semi-drammatico, fra il teatrale e il cinematico. Un po' come i Devo ma in versione leggermente più seria.
Forse con una batteria umana il risultato sarebbe stato più concreto; la cosa che è forse è invecchiata peggio in Dark Continent è proprio la produzione, eccessivamente meccanizzata nel contesto generale, che peraltro conteneva una buona media di composizione.
Un buon disco, nulla di sconvolgente rispetto ad altre produzioni contemporanee.
(originalmente pubblicato il 01/12/08)
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