martedì 4 maggio 2010

Area - Arbeit macht frei (1973)

Se si analizza il progetto Area escludendo a priori il lato politico e sociale, ne viene fuori uno dei gruppi più originali e rappresentativi degli anni '70. Come i Magma in Francia, ad esempio, sono stati uno di quei gruppi che nascono una volta in un decennio (e forse anche più) e poi lasciano un'eredità talmente sofisticata che restano inimitabili. Convergenza di talenti espressivi astrali, potevano contare su un cantante infinito come Stratos, oriundo italo-greco-egiziano, su un tastierista poliedrico come Fariselli, su un chitarrista obliquo come Tofani, su una sezione ritmica iperbolica (Djivas e Capiozzo) e su una meteora fiatistica come Busnello, che lascerà subito dopo.
Jazz-rock mediterraneo, quindi, su Arbeit macht frei, contaminato da elettronica; la danza iniziale della festaiola Luglio agosto settembre nero resterà forse il loro brano più popolare, ma è altrove che i 6 trovano le strade più impervie ed ambiziose; le allucinazioni alla Soft Machine della title-track sono il preludio alla splendida Consapevolezza, con una linea vocale memorabile.
Altra gemma Le labbra del tempo, in cui incursioni psycho-elettro-ambient si fondono in un monumento dal busto stratosiano. Ancora echi di SM e Colosseum in 240 chilometri da Smirne e L'abbattimento dello Zeppelin, a chiudere un capolavoro di omogeneità strumentale. Nessuno degli strumenti prevale su un'altro, l'orchestrazione era il loro punto forte.

(originalmente pubblicato il 19/09/08)

2 commenti:

  1. ho scaricato ma non non si può aprire il file. se avessi tempo per controllarlo... grazie

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