martedì 4 maggio 2010

Bill Callahan - Woke on a whaleheart (2007)

Leggendo un'intervista dell'anno scorso, ho capito che per Callahan iniziare a pubblicare a proprio nome era diventata una necessità, e l'avrebbe fatto già da qualche anno se la Drag City non avesse posto il veto fino a quando si è dovuta arrendere. La necessità di smarcarsi dall'esperienza Smog ha raggiunto il proprio frutto in questo Woke on a whaleheart, saporitissima collana pop che sembra uscire da una collaborazione fra Lou Reed e Will Oldham. A forza di sentirsi paragonare all'ex-Velvet ha finito per assomigliargli veramente, e per fortuna che qui siamo dalle parti di Berlin o Trasformer. Tant'è che l'inizio è uno di quei pezzi da mandare a memoria subito da tanto che è bello; From the rivers to the ocean è una filigrana di cantautorato finissimo, puro e semplice, con i violini ad ispessire il suono, la corista ad echeggiare, tutto è perfettamente al proprio posto, la pop-song perfettamente arrangiata. Preso nel suo complesso però il disco rivela aspetti prevalentemente barocchi e a volte pacchiani: il country alla Neil Young di The Wheel e A man needs a woman finiscono per perdersi un po', le sostenute Diamond Dancer e Footprints, le loureediane che più non si può Sycamore e Hooneymoon child tradiscono da subito la propria derivazione. Eppure non si può restare indifferenti alla qualità del prodotto, che scorre divinamente dall'inizio alla fine. E l'accoppiata Day + Night funziona alla grande, la prima con un'altra melodia agro-dolce da ricordare e la seconda scabra ballata pianistica nel miglior stile minimale di Mr. Callahan, ex-Smog.

(originalmente pubblicato il 19/09/08)

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