Non c'è che dire, le raccolte della BBC inglese sono sempre stati degli ottimi prodotti, assemblati in modo intelligente ed esaustivo. Specialmente per i gruppi storici della new-wave, al punto che questo Swing the heartache è diventato per me il disco definitivo dei Bauhaus.
Una band che in solo 5 anni di attività ha settato gli standard per il gothic-rock a venire, e non solo. Contesi fra violenza, meditazione, spasmi e terrore, i 4 di Northhampton sono stati una grande influenza anche per certi acts di successo come i Nine Inch Nails. E questa raccolta pesca a piene mani dalle sessioni sia per Peel che per Jensen in un quadrienno; pur mancando di pezzi storici come Belalugosi's dead o Dark Entries, non c'è da stare tanto tranquilli lo stesso: ancor prima di pubblicare il primo disco, incendiavano le sale BBC con le scansioni atomiche di Double Dare, gli psicodrammi di God in an alcove e The spy in the cab, per poi divertirsi con la cover dei T.Rex Telegram Sam. Col vocalismo strozzato e profondo di Murphy, il chitarrismo rotante ed atipico di Ash, la potentissima ritmica dei fratelli Haskins, furono uno dei gruppi emotivamente più potenti dell'intera new-wave. Le danze tribali di In the flat field, St.Vitus Dance, i funk starnazzanti di In fear of fear e Poison Pen, chiudevano una prima fase di sconvolgimenti per aprirne una di maggior riflessione e complessità psichica. Il lounge di Party of the first part, il dub manipolato di Departure, il melodramma teatrale di Three shadows, gli scenari apocalittici di Silent hedges, e la diabolicità dei Bauhaus non era per nulla inferiore se i ritmi si rallentavano e le implosioni restavano represse. Con le ultime sessioni del 1983 si vede una band già in procinto di split, con l'inutile cover di Ziggy Stardust (utile solo a far cassa a Bowie), ma anche col ripescaggio di Terror couple kill colonel, le danze selvagge di Third Uncle e Night time, e col saluto finale del dub malinconico She's in parties, che paradossalmente sarà uno dei loro maggiori successi. R.i.p.
Una band che in solo 5 anni di attività ha settato gli standard per il gothic-rock a venire, e non solo. Contesi fra violenza, meditazione, spasmi e terrore, i 4 di Northhampton sono stati una grande influenza anche per certi acts di successo come i Nine Inch Nails. E questa raccolta pesca a piene mani dalle sessioni sia per Peel che per Jensen in un quadrienno; pur mancando di pezzi storici come Belalugosi's dead o Dark Entries, non c'è da stare tanto tranquilli lo stesso: ancor prima di pubblicare il primo disco, incendiavano le sale BBC con le scansioni atomiche di Double Dare, gli psicodrammi di God in an alcove e The spy in the cab, per poi divertirsi con la cover dei T.Rex Telegram Sam. Col vocalismo strozzato e profondo di Murphy, il chitarrismo rotante ed atipico di Ash, la potentissima ritmica dei fratelli Haskins, furono uno dei gruppi emotivamente più potenti dell'intera new-wave. Le danze tribali di In the flat field, St.Vitus Dance, i funk starnazzanti di In fear of fear e Poison Pen, chiudevano una prima fase di sconvolgimenti per aprirne una di maggior riflessione e complessità psichica. Il lounge di Party of the first part, il dub manipolato di Departure, il melodramma teatrale di Three shadows, gli scenari apocalittici di Silent hedges, e la diabolicità dei Bauhaus non era per nulla inferiore se i ritmi si rallentavano e le implosioni restavano represse. Con le ultime sessioni del 1983 si vede una band già in procinto di split, con l'inutile cover di Ziggy Stardust (utile solo a far cassa a Bowie), ma anche col ripescaggio di Terror couple kill colonel, le danze selvagge di Third Uncle e Night time, e col saluto finale del dub malinconico She's in parties, che paradossalmente sarà uno dei loro maggiori successi. R.i.p.
(originalmente pubblicato il 27/12/08)
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