martedì 4 maggio 2010

Black Sabbath - Live at last 1973

Strana la storia di questo primo live ufficiale dei Sabbath originali....registrato nel marzo del 1973, fu ritenuto non all'altezza e pubblicato soltanto nel 1980 dal manager Meehan senza preavviso. Nel 2002 verrà poi riesumato e rivalutato per il doppio Past lives. Strano perchè in effetti un live con Ozzy negli anni '70 si poteva e doveva organizzare meglio! L'energia grezza di questi 10 monoliti dimostra chiaramente che i 4 furono inventori di un suono, di un espressione che era tutt'altro che complicata, che sotto i riflettori veniva amplificata. Una mazzata dietro l'altra; l'apertura dinamica di Tomorrow's dream, la pesantezza strascicata di Sweet leaf, l'anteprima con lyrics diverse di Killing yoursel to die, tutti e 4 sembrano in forma, ogni tanto Ozzy caccia una stecca ma chi se ne frega? Tutti lo conosciamo. Iommi in mano non ha una SG, ha un accetta dalla lama appena arrotata che taglia come una motosega. Iommi è un chirurgo spietato, Butler un folletto con le dita che viaggiano veloci, Ward è il guardiano che picchia forte.
Ozzy annuncia un numero da Vol.4, signori il treno è in partenza, un fischio secco dà inizio a Snowblind, l'inno alla cocaina. La versione ivi presente è mille volte meglio dell'originale; l'assenza della chitarra ritmica mette in risalto tutti gli altri strumenti, mostrando la carne scoperta del sabba. Stessa cosa per Children of the grave, che spazza via tutto ciò che incontra sulla propria strada. Il finale è un salto all'indietro, si parte con War Pigs e si nota subito che hanno accordato le chitarre un tono e mezzo sotto; in questo modo Ozzy canta basso ma almeno non rischia di steccare...! Usavano, nel mezzo di un pezzo indugiare in una jam semi-improvvisata che si dilungava per oltre un quarto d'ora (in stile Warning), che qui si materializza con Wicked World. E qui si vede la grandezza: si parte col tema, poi nell'ordine: un blues-jazz con Iommi sopra le righe, poi la sua mattanza nuda e cruda, poi la ripresa di Into the void, poi un tema inedito con tanto di vocals, poi Supernaut, un breve solo di Ward ed infine la ripresa del pezzo iniziale.
Dopo questo festival, il fuoco veloce di Paranoid, le solite dichiarazioni di amore di Ozzy e tutti a casa. Evviva i Sabbath, sempre e comunque, qualsiasi cosa sia successa dopo.

(originalmente pubblicato il 19/09/08)

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