Una specie di Squirrel Bait dell'emo-pop-core di Chicago, i Cap'n Jazz sono stati il tronco di un albero genealogico che ha generato decine di bands fra i fratelli Kinsella e Van Bohlen. Qualsiasi concetto di power-pop viene triturato in questa raccolta che sigilla tutto ciò che il quintetto incise nel lustro scarso di vita che ebbe. Ben 34 pezzi dall'ampia dispersione ma incredibilmente gradevoli e dal ritmo contagiante, ad effetto immediato. Non erano ruffiani nè violenti, ma abili di smussare spigoli ed esplosioni dirompenti con fasi riflessive, il tutto con una tecnica davvero notevole. I cori monotoni e stonati erano un tratto assolutamente distintivo, di tanto in tanto qualche fiato impazzito si infilava in mezzo alle chitarre.
Impossibile citare gli highlights di questo abbecedario, semmai torna più facile ricordarsi le tracce più esilaranti, che sono le cover di Take on me, un'orripilante hit anni '80 trasformato in anthem punk-pop, e la ripresa acustica nientemeno che della famosissima sigla del telefilm Beverly Hills.
Sornioni ed eclettici.
(originalmente pubblicato il 06/02/09)
Impossibile citare gli highlights di questo abbecedario, semmai torna più facile ricordarsi le tracce più esilaranti, che sono le cover di Take on me, un'orripilante hit anni '80 trasformato in anthem punk-pop, e la ripresa acustica nientemeno che della famosissima sigla del telefilm Beverly Hills.
Sornioni ed eclettici.
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