mercoledì 12 maggio 2010

Flying Saucer Attack - Distance (1994)

Fra le forme di isolazionismo più interessanti alle orecchie dei non-avanguardisti, i FSA sono stati un punto di riferimento molto importante nella seconda metà degli anni '90. Suoni dilatati, sospensioni eteree, in un contesto che può essere molto quieto e cosmico quanto stridente ed assordante. Distance raccoglieva le prime pubblicazioni del duo sparso in singoli, ed è un compendio essenziale del loro concetto di musica lo-fi ambientale: la fascinosa apertura di Oceans è una panoramica in stile mediorientale con delays e percussioni. Altre sublimazioni statiche di contemplazione si trovano nei circoli di Instrumental wish, mentre in Oceans 2 e Distance si assiste ad una sporcatura delle stanze, con scorie rumoristiche intrise nei cunicoli di queste mini-suite che ereditano qualcosa dal kraut-rock più sperimentale.
E sorprendentemente le cose vanno ancora meglio quando Pearce e la Brook si mettono a buttar giù canzoni vere e proprie; il baccano post-4ad di Standing Stone annega in un mare di feedback, Crystal shade sembra i Jesus And Mary Chain virati in salsa industriale. Per non parlare della splendida acustica November mist, che sembra registrata in un capannone dismesso, o di Soaring high, che sembra gli Husker Du accoppiati ai due sintesisti degli Hawkwind del 1971, però con gli audio generators guasti....
Il tutto registrato in maniera altamente infedele, con tonnellate di riverberi dappertutto, quasi a creare un misterioso mondo profondamente ovattato, che profuma di muschio e stelle comete.

(originalmente pubblicato il 07/02/09)

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