Ci fu un periodo, fra il 1993 e il 1995, in cui seguivo con attenzione la bacheca degli annunci di Rumore e Rockerilla e mi capitava di acquistare demo di giovani bands italiane, per diversi motivi, ovvero: il fatto che fossi studente e avessi una disponibilità economica ridicola, il costo eccessivo dei cd, la mia voglia di ascoltare sempre qualcosa di nuovo; con poche migliaia di lire mi potevo far spedire a casa queste simpatiche cassettine autoprodotte, e poco importava se i risultati fossero amatoriali o poco più. Un paio di bands fra queste sarebbero poi approdate al debutto su cd, che allora non era accessibile a chiunque come oggi, cioè That's All Folks! e Mirabilia. Ma ricordo con affetto anche questi Exù, che nel 1994 fecero un EP su Energeia, la gothic label italiana che ebbe un piccolo momento di gloria con gli Ataraxia.
Erano 4 ragazzi della provincia di Salerno dediti ad un dark-wave in italiano, con forti reminescenze dei Diaframma periodo Sassolini, grazie anche alla voce possente del vocalist. Peccato per quell'erre moscia che guastava un po', perchè per il resto gli 8 pezzi si dimostravano composizioni elaborate e appassionate. Il chitarrista e leader, Adriano, mi spedì oltre alla cassetta un booklet fotocopiato ringraziandomi per l'acquisto; la sua elettrica è la vera protagonista del sound, soprattutto quando deraglia come in Alla vita, con una fase centrale di feedback sospeso.
O in R.d.c., recitato scarno sostenuto da un funky febbrile. Le liriche si soffermavano su un esistenzialismo un po' criptico e poetico. Il loro schema preferito era una partenza lenta e soffusa, un crescendo inarrestabile e l'esplosione rabbiosa: Scorza del desiderio è una marcia sognante che diventa psichedelia acida. Normale anormalità (15 anni prima di Ferretti, eheh) inizia acustica cantilenante per tramutarsi in metallo sconnesso. Terapia di gruppo è la loro Gennaio, partenza lenta ed emotivismo nero a parte. L'anno dopo faranno uscire l'EP Incammino, con una decisa svolta elettronica, poi più nulla per quanto io sappia.
Mi rendo conto che si tratta di un prodotto minore e all'ombra dei giganti, ma ancora oggi l'ascolto di questo 8-tracks è carico di affetto, gradevolezza e nostalgia dei vecchi tempi della scuola.
(originalmente pubblicato il 25/10/08)
Erano 4 ragazzi della provincia di Salerno dediti ad un dark-wave in italiano, con forti reminescenze dei Diaframma periodo Sassolini, grazie anche alla voce possente del vocalist. Peccato per quell'erre moscia che guastava un po', perchè per il resto gli 8 pezzi si dimostravano composizioni elaborate e appassionate. Il chitarrista e leader, Adriano, mi spedì oltre alla cassetta un booklet fotocopiato ringraziandomi per l'acquisto; la sua elettrica è la vera protagonista del sound, soprattutto quando deraglia come in Alla vita, con una fase centrale di feedback sospeso.
O in R.d.c., recitato scarno sostenuto da un funky febbrile. Le liriche si soffermavano su un esistenzialismo un po' criptico e poetico. Il loro schema preferito era una partenza lenta e soffusa, un crescendo inarrestabile e l'esplosione rabbiosa: Scorza del desiderio è una marcia sognante che diventa psichedelia acida. Normale anormalità (15 anni prima di Ferretti, eheh) inizia acustica cantilenante per tramutarsi in metallo sconnesso. Terapia di gruppo è la loro Gennaio, partenza lenta ed emotivismo nero a parte. L'anno dopo faranno uscire l'EP Incammino, con una decisa svolta elettronica, poi più nulla per quanto io sappia.
Mi rendo conto che si tratta di un prodotto minore e all'ombra dei giganti, ma ancora oggi l'ascolto di questo 8-tracks è carico di affetto, gradevolezza e nostalgia dei vecchi tempi della scuola.
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