Mi sono accostato a questo disco principalmente per quel capolavoro impressionista che è Rabbit in your headlights, non essendo un seguace del trip-hop in modo particolare. E pur trovando altri motivi di interesse nel corso del disco, resto convinto del fatto che questo pezzo sia l'highlights non solo del disco, ma di una stagione intera. Di certo la strategia di Lavelle non aveva sbagliato: se il trip-hop restava musica di sottofondo o da ballo sballato, l'idea di abbinare personaggi di indubbia statura e popolarità favorì non poco la visibilità del progetto. Lonely soul, downtempo con archi campionati, veniva arricchita dalla vocalità di Richard Ashcroft, diventando una scurissima Bittersweet symphony. Quasi impalpabile la presenza di un gigante come Mark Hollis, impegnato a fare 4 note di piano minimale nel suo stile al termine della ballad acustica Chaos. Molto bella Bloodstain, cantata da Alice Temple, che ricorda il primo disco degli Sneaker Pimps. Frenetica Nursery Rhyme, cantata da un Badly Brown Boy filtrato.
Ma, al di là della gradevolezza della proposta in toto, resta sempre il pezzo cantato da Thom Yorke la perla lucente di Psyence Fictions, unita all'assurdità del videoclip abbinato, allucinato e irreale come nella migliore tradizione dei Radiohead.
(originalmente pubblicato il 26/10/08)
Ma, al di là della gradevolezza della proposta in toto, resta sempre il pezzo cantato da Thom Yorke la perla lucente di Psyence Fictions, unita all'assurdità del videoclip abbinato, allucinato e irreale come nella migliore tradizione dei Radiohead.
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