Il rock spinoso e disordinato dei Fall al vertice delle proprie possibilità. Attenzione, non ho ascoltato tutti i 27 album in studio che continuano a pubblicare più o meno a scadenza annuale (Wikipedia ne riporta il triplo fra live e compilation, questo si chiama essere inossidabili), ma una decina sparsi fra le varie annate sì, e non voglio sminuire la carriera di Mark E. Smith. Semplicemente appare il migliore secondo me, che per primo ascolto sentii le Peel Sessions del 1978, un quartetto di pezzi assolutamente micidiali. Nella ristampa del 2004 vengono inclusi, oltre ai 15 titoli originali, 7 take alternative del tutto passabili, quindi meglio concentrarsi sul meglio di Dragnet. Sui sermoni proto-rap del leader, sulle rullate ineffabili di Leigh, sulle selve chitarristiche di Scanlon e Riley, nonchè sulle songs in generale, labirinti di pop strascicato e inevitabilmente marchio di fabbrica a fuoco. Nell'impossibilità di citarne ognuna, le perle: Printhead trascinante e punkeggiante, la giocosa Dice Man, la spettrale e minacciosa Spectre vs. rector, la rollante Put Away che già compariva sulle Peel Sessions sopracitate, la storica e pericolosa Rowch Rumble.
Di tutto si potrà dire sui Fall, ma non che hanno impersonato un sound unico ed inconfondibile. Talmente personale che tutt'oggi Smith continua a portare avanti, indifferente alle epoche. Questo sì che è un personaggio coerente.
Di tutto si potrà dire sui Fall, ma non che hanno impersonato un sound unico ed inconfondibile. Talmente personale che tutt'oggi Smith continua a portare avanti, indifferente alle epoche. Questo sì che è un personaggio coerente.
(originalmente pubblicato il 20/10/08)
Nessun commento:
Posta un commento