Il jazz sta soltanto nei timbri di certi suoni, chè altrimenti si direbbe diretta emanazione delle cose più intimiste dei Galaxie 500 o dei Cowboy Junkies. Dopo 5 titoli un po' sonnolenti anche se gradevoli, lo spleen viene fuori inesorabilmente con la suite World of blue, dalla coda drammatica di archi e cori femminili angelici. E si chiude con la clericale Spiritual, che verrà coverizzata soltanto un anno dopo nientemeno che da Johnny Cash.
Resto legato a questo disco per motivi personali, chè mi riporta a periodi spensierati e felici del tardo-adolescenziale. Ma riascoltarlo adesso, dall'inizio alla fine, mi suona lievemente pesante nella sua eccessiva edulcorazione....
(originalmente pubblicato il 21/10/08)
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