giovedì 6 maggio 2010

Faust - Faust (1971)

Radicalismo assoluto. Totale rifiuto dei canoni espressivi. Avanguardia dell'avanguardia.
In questo esplosivo ed indefinibile debutto dei Faust c'era tutto oltre l'inimmaginabile, tre pezzi pazzi per dei soggetti folli in preda ad un terremoto di creatività. Facendo ben presente che era il 1971, e nonostante ci fossero riferimenti a generi già in onda (la psichedelia in primis, le sperimentazioni dei Pink Floyd, certo acid-rock speziato grazie soprattutto a Sosna), era la posa in opera delle sonorità a compiere il gesto di rottura, le strutture totalmente aperte, la ridicolizzazione di certi luoghi comuni popolare a rendere il disco autenticamente scandaloso.
Un mix che solo all'apparenza può apparire sconclusionato. Non si può neanche escludere che i Faust abbiano utilizzato la tecnica del cut-up, perchè certi cambi repentini di toni e timbri sembrano veramente frutto di una elaborazione aliena.
E' comunque un disco talmente provocatorio ed avanti da farmi arrampicare sugli specchi, non riuscendo a trovare le parole per descriverlo. Un'anno dopo arriverà So far, che con altrettanta genialità smusserà le asperità in favore di una sintesi appena appena più fruibile.
E sarà di nuovo rottura, irrimediabile.

(originalmente pubblicato il 04/12/08)

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