Uno dei gruppi più sballati del punk-hardcore californiano dei primi anni '80, nel senso che pur partendo dallo stesso sub-strato tipicamente proletario per dire, dei Circle Jerks o dei Dead Kennedys, svilupparono delle sonorità che allargavano lo spettro in maniera inverosimilmente visionaria. Tant'è che sono stati ampiamente rivalutati col passare del tempo, tanto che nella formazione attuale (la terza vita del gruppo) fa parte persino l'ex Nirvana Novoselic.
Sarebbbe facile ipotizzare che questi grumi musicali difficilmente definibili fossero conseguenze di abusi di sostanze, difatti il vocalist perirà di overdose soltanto 3 anni dopo questo Gone fishin', atto secondo della saga che rispetto al celebratissimo Generic, aumentava le stranezze in senso lisergico. Il pezzo finale, One by one, è un mostro di atonalità in velocità; i rimbombi dei 2 bassi sono scansioni letali in una delle jam più sconclusionate della storia, nonchè altrettanto intimidatorie. Sacrifice conoscerà un quarto d'ora di fama 8 anni dopo, quando i Melvins la prenderanno e la tratteranno alla loro maniera. The light of sound inizia come Day of the lords dei Joy Division, ma in realtà è solo il primo degli incubi in scaletta; la registrazione è lo-fi e approssimativa, la chitarra è sepolta nel mixing, la voce declama con abbondanti dosi di delay, a volte sembra quasi che siano scordati fra di loro. First the heart aumenta lo spiazzo con i fiati ad inserirsi nel tema saltellante. Survivors of the plague, Talks cheap, You nought me, completano il quadro, drammatici episodi sgraziati, grezzi oltre misura, panzer armati con mix di paura e delirio che, ad un quarto di secolo di distanza, restano immutati ed altamente influenti su un sacco di musica che è venuta dopo.
Sarebbbe facile ipotizzare che questi grumi musicali difficilmente definibili fossero conseguenze di abusi di sostanze, difatti il vocalist perirà di overdose soltanto 3 anni dopo questo Gone fishin', atto secondo della saga che rispetto al celebratissimo Generic, aumentava le stranezze in senso lisergico. Il pezzo finale, One by one, è un mostro di atonalità in velocità; i rimbombi dei 2 bassi sono scansioni letali in una delle jam più sconclusionate della storia, nonchè altrettanto intimidatorie. Sacrifice conoscerà un quarto d'ora di fama 8 anni dopo, quando i Melvins la prenderanno e la tratteranno alla loro maniera. The light of sound inizia come Day of the lords dei Joy Division, ma in realtà è solo il primo degli incubi in scaletta; la registrazione è lo-fi e approssimativa, la chitarra è sepolta nel mixing, la voce declama con abbondanti dosi di delay, a volte sembra quasi che siano scordati fra di loro. First the heart aumenta lo spiazzo con i fiati ad inserirsi nel tema saltellante. Survivors of the plague, Talks cheap, You nought me, completano il quadro, drammatici episodi sgraziati, grezzi oltre misura, panzer armati con mix di paura e delirio che, ad un quarto di secolo di distanza, restano immutati ed altamente influenti su un sacco di musica che è venuta dopo.
(originalmente pubblicato il 26/11/08)
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