Puro suono cinematico per i ragazzi torinesi che qui bissavano la piccola impresa del debutto, diventando così uno dei fiori all'occhiello della musica d'atmosfera italiana. Melodie eteree, elettronica in sottofondo, temi soffusi ed altamente evocativi, guidati prevalentemente da una chitarra dal suono pulito. In certi momenti si sente qualche influenza dei For Carnation più tranquilli, mi sembra l'unico nome che si possa accostare ai GC per sonorità più che per gli schemi compositivi. La stella più brillante del disco è La Coppa Davis del 1976, splendida digressione dai toni malinconici, con un piano Rhodes a sovrapporsi magicamente agli armonici chitarristici. Ma colpiscono molto anche le ambientazioni vagamente brasileire di Tornetti Tropical, la desolazione misurata di Tutto è fuori posto, il disincanto sereno di Non c'è più caffè.
Ovvero, musica splendidamente adattabile ad un film dei migliori, ma anche un sottofondo di gran gusto.
(originalmente pubblicato il 24/11/08)
Ovvero, musica splendidamente adattabile ad un film dei migliori, ma anche un sottofondo di gran gusto.
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