Blues invece è una vera e propria rottura: basta provare ad immaginare i Soft Machine più tranquilli con Tony Iommi aggiunto e si potrà soltanto avere una vaga idea di cosa ne è venuto fuori.
In coda, due pezzi dal vivo che aggiungono ulteriore valore: la splendida e desolante Discolor è un'altro quarto d'ora di improvvisazioni nude e crude all'insegna della perdita di orientamento. La ripresa di Poem of fire ovviamente sviluppa il tema già sentito, ma durerà ben poco: Smith e Tolman all'improvviso piantano il gas, diventano hardcore, poi rallentano ancora e come per magia.....ecco i Black Sabbath! Il medley improvvisato riprende nell'ordine Black Sabbath, Children of the grave, War Pigs, per finire con un blues atomico.
Pochi applausi dal pubblico, per un gruppo troppo poco riconosciuto quanto avanti.
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