lunedì 10 maggio 2010

Mariani - Perpetuum Mobile (1970)

Il simpatico baffo dalla notevole capigliatura qui sopra altro non è che Vince Mariani, batterista texano che alla fine degli anni '60 fece uscire un 7" con 2 assoli di batteria, una cosa davvero peculiare anche per quegli anni. Era un drummer dalle grandiissime capacità, praticamente un jazzista con la doppia cassa; subito dopo però il suo discografico gli affiancò un trio di elementi per formare una band a lui intestata, e nacquero i Mariani. Alla chitarra c'era un ragazzino 15enne, tale Eric Johnson, che già dimostrava le proprie premature doti di axeman e anni più tardi otterrà un successo notevolissimo come bluesman ultratecnico. Completavano la formazione il bassista Bullock al basso e Wilson alla voce. Perpetuum Mobile non fu neanche pubblicato all'epoca, in quanto nessuna label si dichiarò interessata e sulla sfiducia si sciolsero. La ristampa dell'Akarma sarebbe data alle stampe 20 anni dopo, e si direbbe un peccato perchè i Mariani erano davvero un'ottimo gruppo di hard-blues che avrebbe meritato la propria visibilità. L'inquietudine ritmica, la pesantezza roboante del basso e gli assoli acuminati del ragazzino li rendevano diversi da qualsiasi altro act dell'epoca. Sapevano divagare in fasi psichedeliche sognanti (Re-birth day, Things are changing, The unknown path) per poi riallinearsi con una coesione invidiabile (Euphoria, Searching for a new dimensione). Assolutamente irresistibili, poi, i 3 brevi interludi jazz posti nel lato A fra un pezzo e l'altro, a dimostrazione della competenza e dell'apertura mentale dei Mariani.
Una delle migliori ristampe in assoluto per quei vintagisti inguaribili dell'Akarma...

(originalmente pubblicato il 08/01/09)

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