mercoledì 5 maggio 2010

Marlene Kuntz - Catartica (1994)

Basta fare un semplice conto matematico, eppure sono ugualmente incredulo: sono già passati 14 anni da Catartica! Sembra proprio ieri, questa band che lavorò con ardore nel sottobosco e prepotentemente entrava nelle orecchie della gioventù alternativa e ci entusiasmava, ci gasava. Furono un po' i Nirvana italiani; provenivano da una provincia annoiata, con tanta voglia di urlare ma anche con l'intelligenza e la dote di scrivere qualcosa che era sia immediato che cerebrale.
Mi sorprendo anche che siano tutt'ora attivi, forse con un seguito minore ma abili nel rinnovarsi con inflessioni cantautorali e meno urgenza d'espressione. Il debutto, intanto, era un pugno obliquo fra testa e stomaco; a partire da MK, noise-rap urlato con ferocia, dall'inno Festa Mesta, con l'azzeccatissimo refrain che ha fatto cantare tanti. Il climax di Sonica, con Godano a sgolarsi oltre il limite, perfetto esempio di cerebralità epidermica. E ancora, la minaccia sorniona di Fuoco su di te, la martellante Merry Xmas, la furia e l'irruenza dei primi Mk era tutta qui, concentrata in pezzi dalla presa istantanea.
Ma il bello del disco stava, secondo me, proprio dove le propaggini melodiche del gruppo trovavano lo spazio per esaltarsi, seppur in una selva di chitarroni, di vocalismi beffardi, di sferragliare incessante di piatti. Al di là della famosa Lieve o di Nuotare nell'aria, la malinconia spettrale di Gioia che mi dò esaltava Tesio e la sua mostra migliore delle tessiture armoniche anche sul pulito.
E una spanna sopra tutti trionfra Trasudamerica, splendido pezzo dall'incedere quasi cosmico.

(originalmente pubblicato il 04/11/08)

1 commento:

  1. Re-upload , please ???
    I have all their album , but "Catartica" missed . I know that's the best album so please re-upload it .

    Thank you , very very much !

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