lunedì 10 maggio 2010

Muse - Live at Belfort Eurocks 2002

Per motivi non strettamente dipendenti dalla mia volontà, mi è capitato di vedere i Muse dal vivo un paio di volte negli ultimi anni e la mia opinione su di loro è fortemente contrastante.
Il mio pensiero positivo è che questi tre ragazzi inglesi, che si dice suonino insieme da quando avevano 12 anni, siano dei veri animali da palco, trascinanti e iper-tecnici senza perdere il lato sinceramente pop-core della loro musica. Il fatto che la voce di Bellamy sia molto simile a quella di Thom Yorke poi non è così tanto motivo di ridimensionamento, in quanto la durezza oggettiva dei Muse li contraddistingue come profondamente differenti dai Radiohead, con i quali anzi non c'entrano proprio niente. Anthem selvaggi come TSP, New Born, Sunburnt, Hyper Music e soprattutto Plug in baby sono dimostrazioni di forza melodica ultra-fragorosa. Bellamy svisa sulla chitarra personalizzata come un indemoniato, Wolstenholme è bassista cazzutissimo, Howard è un batterista mancino coi contro-coglioni. Quando il vocalist si sposta al piano dimostra la sua notevole tecnica e i Muse diventano un power-trio di progressive-aggressivo. La drammaticità di Space Dementia, Emergency, New Born, sono altri esempi dell'abilità dei Muse nel tessere complicate trame senza perdere di vista il lato melodico.
Il rovescio della medaglia, pertanto, è che cotanta bravura comporta inevitabilmente una notevole dose di auto-indulgenza, che diventa quasi insopportabile in devastazioni pompose e tronfie come Microcuts, Muscle museum o Bliss, dovute anche al fastidioso falsetto. Per non dire imbarazzante come il vaudeville di Feeling good, che invece pare essere uno dei numeri preferiti dal pubblico.
Il fatto che l'ultimo disco, di ormai 3 anni fa, sia stato pesantemente noioso e ripetitivo, dimostra che i Muse si sono giocati le carte migliori nei primi 2 albi (ricordo un pezzo fantastico come Cave), e necessitano di un esame di coscienza, a meno che il pubblico oceanico che si sono creati non si accontenti sempre delle stesse cose ripetute all'infinito.
Ah dimenticavo, questo è un bootleg registrato impeccabilmente da una radio francese.

(originalmente pubblicato il 12/01/09)

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