martedì 4 maggio 2010

My Bloody Valentine - Isn't anything (1988)

By Allelimo
Dici My Bloody Valentine e la prima cosa che ti viene in mente è "Loveless": bel disco, certamente, molto importante per quella scena che sarà poi definita "shoegazer", epperò... a mio parere il vero capolavoro i mbv lo avevano registrato tre anni prima, ed è "Isn't anything". Dopo alcuni trascurabilissimi dischi - vagamente influenzati dai Cramps - sul finire del 1988 i mbv pubblicano questo disco, accolto bene (ma senza esagerare)... Sono andato a rileggere Rockerilla, che dedica loro il servizio principale del numero di novembre di quell'anno, sì, però l'intervista è banale e la recensione anche: si parla genericamente di "noise-rock", citando i Jesus & Mary Chain, i Sonic Youth e i Dinosaur Jr.
Ora: c'è sì del noise e del feedback in "Isn't anything", ma il disco non è esattamente tutto lì...I mbv sono un gruppo tipicamente inglese: le idee e la creatività sono molto più importanti dell'abilità tecnica, esattamente il contrario di quello che accade normalmente con un gruppo statunitense, e le loro radici affondano più nella tarda new-wave che nel rock, allontanandoli decisamente dai Dinosaur jr e, seppur in maniera meno netta, dai Sonic Youth, mentre in questo il paragone coi Jmc è più giustificato. Ma soprattutto, in "Isn't anything" ci sono delle grandi canzoni - mentre in "Loveless" ci saranno poi dei grandi "suoni" a rivestire composizionidecisamente più deboli.
Non che i suoni in "Isn't anything" non siano già parte della cifra sonora caratterizzante i mbv: diciamo la chitarra slide distorta onnipresente (vedi "Soft as Snow" o "Cupid Come") e gli accordi suonati con la leva del bend, il drumming minimale e le "rullate rallentate" (ancora "Cupid Come"), il basso in overdrive un po' ovunque. E ancora il canto sospeso, a volte di coppia, mixato molto "dentro" le parti strumentali; l'atmosfera di "urgenza calma" dei brani meno "rock" del disco ("Lose My Breath", "No More Sorry" - quest'ultimo un pezzo che uno come Fennesz deve aver molto ascoltato) ed ovviamente anche le esplosioni più noise-feedback di un brano epocale come "Feed Me With Your Kiss" o "You Never Should".
Ma il bello di questo disco è che quello che rimane in mente sono le canzoni, le melodie (non poi così tanto) nascoste dalle parti strumentali più noise: nel complesso, un disco fondamentale.

(originalmente pubblicato il 16/10/08)

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