martedì 4 maggio 2010

New Wet Kojak - Do things (2000)

Esauritasi la spinta creativa dei GVSB, McCloud e Temple si concentrarono per qualche anno sul Kojak bagnato, che era un'estremizzazione del lato ombroso e intimista del gruppo madre. Questo terzo disco dal titolo di morettiana memoria (rif. Ecce Bombo) portava in dote un aumento massiccio di elettronica nel quintetto, quasi a tentare di coniare una sorta di jazz-lounge-trip-rock, con McCloud a salmodiare col suo tono memore di Richard Butler, con pochissime chitarre, col sax di Bennington a punteggiare in quà e in là. Il pretesto è senza dubbio valido ed ambizioso, e anche se i risultati sono altalenanti non mancano le sorprese.
La title-track è un down-tempo quasi danzereccio, il dub-noir di Punxnotdead suona come Jah Wobble vs. Tom Waits, Love Career come i Pil di Metal Box (rif. Careering) meno ossessivi.
I collegamenti con i primi due dischi, molto più scarni, stanno nelle lentissime Auto-E, Def Con Soul, nella stentorea This is the USA. Bad Blood, con le sue bordate industriali, riporta ai primi anni '90, ai Cop Shoot Cop più elettronicamente contaminati.
Palma del miglior pezzo va a I wanna see what's up..., in cui gli esperimenti riescono meglio; un mix con tastiere goticheggianti, basso alla Slint, col sax dimesso in seconda linea. A chiudere con temi più sobri e chitarre elettriche Sophia Loren, la quale dimostra che, alle prese con vecchi temi noise-cool McCloud & Temple possono ancora fare molto bene.

(originalmente pubblicato il 27/09/08)

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