Una delle opere più complesse del prog italiano e non solo, Palepoli segnò un punto di non ritorno nella breve carriera degli Osanna. Dopo di esso il declino sarà veloce ed inesorabile, il gruppo perderà pezzi importanti ed ispirazione. Sarà il prezzo da pagare per la faticaccia di comporre questi 45 minuti di contorsioni e labirinti inestricabili.
La peculiarità stava nel fare prog che non aveva praticamente tastiere (c'è qualche sprazzo di mellotron ma è molto marginale quanto kingcrimsoniano), bensì con un impianto tipicamente rock e l'aggiunta di un fiatista straordinario come D'Anna, sorta di David Jackson partenopeo. E in questo disco decisero di volgere lo sguardo alle origini della propria città; l'inizio di Oro Caldo, suite sul primo lato di 18 minuti, sembra echeggiare il tradizionale sound folk napoletano, per poi farsi investire da un panzer hard-rock tambureggiante. Le chitarre di Rustici sono protagoniste in lungo e in largo (persino frippiane in certi frangenti) , il valido vocalist Vairetti è lievemente confinato nel contesto, la sezione ritmica potente e precisa.
Lo scontro fisico fra partiture mordibe, violente e cerebralismo è ancora più accentuato sulla seconda suite, Animale senza respiro. Sospesi fra jazz, psichedelia, prog, hard, gli Osanna arrivarono con questo capolavoro ad un passo dall'eguagliare l'impresa dei loro concittadini Balletto Di Bronzo, risalente all'anno precedente. Palepoli non è un'ascolto facile neanche dopo parecchi ascolti, ma va apprezzato per la sua perizia quanto per le ambientazioni suggestive, proprio come gli scorci più affascinanti di Napoli.
(originalmente pubblicato il 14/12/08)
La peculiarità stava nel fare prog che non aveva praticamente tastiere (c'è qualche sprazzo di mellotron ma è molto marginale quanto kingcrimsoniano), bensì con un impianto tipicamente rock e l'aggiunta di un fiatista straordinario come D'Anna, sorta di David Jackson partenopeo. E in questo disco decisero di volgere lo sguardo alle origini della propria città; l'inizio di Oro Caldo, suite sul primo lato di 18 minuti, sembra echeggiare il tradizionale sound folk napoletano, per poi farsi investire da un panzer hard-rock tambureggiante. Le chitarre di Rustici sono protagoniste in lungo e in largo (persino frippiane in certi frangenti) , il valido vocalist Vairetti è lievemente confinato nel contesto, la sezione ritmica potente e precisa.
Lo scontro fisico fra partiture mordibe, violente e cerebralismo è ancora più accentuato sulla seconda suite, Animale senza respiro. Sospesi fra jazz, psichedelia, prog, hard, gli Osanna arrivarono con questo capolavoro ad un passo dall'eguagliare l'impresa dei loro concittadini Balletto Di Bronzo, risalente all'anno precedente. Palepoli non è un'ascolto facile neanche dopo parecchi ascolti, ma va apprezzato per la sua perizia quanto per le ambientazioni suggestive, proprio come gli scorci più affascinanti di Napoli.
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