martedì 4 maggio 2010

Pentagram - Day of reckoning (1987)

Non male un'attesa di 15 anni prima di pubblicare il debutto, per gli americani Pentagram. L'incubazione, o per meglio dire il travaglio, fu a causa di splits, litigi, progetti abortiti sul nascere. Si potrebbe quasi pensare ad una (sfortunata) contemporaneità ai Black Sabbath, quindi. Ma il discorso cade nel ridicolo quando leggo su Wikipedia che Jon Hasselvander, batterista dei Pentagram (qui parzialmente presente) sarebbe musicista professionista e autodidatta dall'età di 9 anni (!).
L'unica cosa certa è che nel 1972 la prima formazione col vocalist Liebling diede alle stampe un singolo. Day of reckoning fu secondo disco per il pentagramma ufficiale; rispetto ai similari e contemporanei St. Vitus, avevano un sound meno arido, erano leggermente più dinamici nello svolgimento delle song. La musa ispiratrice resta senz'altro l'epoca Black Sabbath 1971-73, ma quello che conta è che saranno una influenza enorme per i Paradise Lost, sia per le sciabolate chitarristiche di Griffin che per certi break ritmici. Peccato come al solito per la batteria e quei tom così aperti, dal momento che Stuart Rose faceva il suo dovere con perizia. Fra i 7 pezzi si fanno notare la cavalcata epica di Madman, il goticismo desertico e potentissimo di Evil Seed, il break melodico (dal forte sapore The writ, epoca Sabotage) di Broken Wows.
Falcidiati come pochi altri nella loro carriera, ma forti su vinile.

(originalmente pubblicato il 31/10/08)

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