martedì 4 maggio 2010

Queens of the stone age - Rated R (2000)

Sono contento che Homme abbia trovato il successo con i QOTSA, dopo l'opera monumentale che fece con i Kyuss. Il divorzio da Garcia dimostrò che in fondo lui era la vera anima e motore del quartetto di Palm Springs, ma sarebbe stato improponibile andare avanti senza un vocalist così dotato, così, facendosi carico lui stesso dei vocal duties, automaticamente decretò un nuovo corso direttivo volto ad una più facile assimilazione da parte delle masse. Il calo ispirativo degli ultimi 2-3 dischi mi porta così a rispolverare Rated R, ad oggi miglior prodotto del lotto. Dopo un selvatico debutto, Homme ed Oliveri iniziarono a smussare spigoli vivi e a generare cose assolutamente brillanti come Better living through chemistry, evocativa esplorazione di metal orientaleggiante dall'impatto potentissimo. The lost art of keeping a secret è il picco compositivo, stoner-pop scandito dal vibrafono, con ritornello grunge di presa immediata. In the fade si pregia della voce catramata di Lanegan, un'arrangiamento disincantato a base di basso dub-wave, inciso Screaming Trees vs. Smashing Pumpkins. L'angoscia latente di I think I lost my headache si stempera in una fanfara circense da incubo. Se tutto il disco fosse stato a queste altezze, sarebbe stato un caposaldo. Da dimenticare assolutamente i 2 pezzi cantati da Oliveri, ad esempio, conati hardcore-metal pacchiani e scontati. Molto meglio il power-pop di Monsters in the parasol.
Va riconosciuto a Homme perlomeno di essersi lasciato lo stoner alle spalle proprio mentre esplodeva.

(originalmente pubblicato il 11/10/08)

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