Non essendo un cultore della musica da camera nè neo-classica, di certo non ho le competenze per poter parlare dei Rachel's. Mi affacciai al loro universo soltanto per via della presenza di Noble, artista che ho sempre teso a seguire nelle proprie avventure. Ed evidentemente la sua mano in fase compositiva dev'essere autentica, in quanto le partiture austere del collettivo da lui allestito sono quasi esclusivamente eseguite dal piano della Grimes e dagli archi coordinati da Frederickson.
The sea and the bells è un lungo disco all'insegna di un fluttuante suono alquanto cinematico, quasi totalmente privo di percussioni, dalle emozioni spesso cupe e rigorose. Non mancano le alternanze di atmosfere quiete/movimentate, e neanche i momenti oggettivamente belli, nel senso soggettivo del termine. Ma ripeto, non ho il back-ground per poter giudicare col mio spirito questa musica che sarà anche la più nobile dell'universo, ma secondo me resta un puro sottofondo adatto a cinema, teatro o qualsiasi altra cosa.
The sea and the bells è un lungo disco all'insegna di un fluttuante suono alquanto cinematico, quasi totalmente privo di percussioni, dalle emozioni spesso cupe e rigorose. Non mancano le alternanze di atmosfere quiete/movimentate, e neanche i momenti oggettivamente belli, nel senso soggettivo del termine. Ma ripeto, non ho il back-ground per poter giudicare col mio spirito questa musica che sarà anche la più nobile dell'universo, ma secondo me resta un puro sottofondo adatto a cinema, teatro o qualsiasi altra cosa.
(originalmente pubblicato il 04/02/09)
Nessun commento:
Posta un commento