Nulla di più diverso poteva uscire dalla penna di Park, compagno di scorribande post-noise nei Bitch Magnet con Grubbs. Il china-americano si ricreò una carriera coi Seam, di cui fu l'unico perno fisso nei 7 anni di esistenza. Headsparks fu il loro primo disco, all'insegna di un sound che nel corso dei 4 dischi successivi non sarebbe cambiato molto, peculiare e caratteristico.
La fragilissima voce del vocalist era soltanto un puntino nella marea di filigrane chitarristiche; il tipico indie-rock americano degli anni '90 ma riveduto in una chiave circolare, con songs strutturate in maniera quasi ossessiva, fino ad ottenere un effetto quasi ipnotico.
Qualche impennata fragorosa non toglie comunque il fatto che i Seam in fondo erano abbastanza monotoni. Resta alquanto difficile ricordare un pezzo alla fine del disco, anche se non avrei bisogno di farmi legare ad una sedia per riascoltarlo. Dopotutto, resta comunque un buon prodotto.
La fragilissima voce del vocalist era soltanto un puntino nella marea di filigrane chitarristiche; il tipico indie-rock americano degli anni '90 ma riveduto in una chiave circolare, con songs strutturate in maniera quasi ossessiva, fino ad ottenere un effetto quasi ipnotico.
Qualche impennata fragorosa non toglie comunque il fatto che i Seam in fondo erano abbastanza monotoni. Resta alquanto difficile ricordare un pezzo alla fine del disco, anche se non avrei bisogno di farmi legare ad una sedia per riascoltarlo. Dopotutto, resta comunque un buon prodotto.
(originalmente pubblicato il 03/02/09)
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